Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo d’ Israele

Domenica 16 dicembre, III del Tempo di Avvento
(Sof 3,14-18; Fil 4,4-7; Lc 3,10-18)

47vangeloLa liturgia della parola della terza domenica di Avvento ci propone di nuovo la figura del Battista: a lui si presentano tre tipologie di persone per chiedere come comportarsi; la prima è una categoria universale, la folla, la seconda e la terza sono riferite a due attività molto discusse specialmente in quei tempi; molte sono le disposizioni che un pio ebreo deve seguire ogni giorno e molta importanza rivestono nella vita religiosa dei discendenti di Israele. Potremmo attenderci un intervento del precursore Giovanni proprio su questo aspetto. Invece non se ne cura minimamente. Alle folle, quindi a tutti, propone un modo nuovo di rapportarsi con gli altri. A chi ha due tuniche, chiede di donarne una a chi non ne ha. Allo stesso modo invita a comportarsi con il cibo.
Chi vive nell’abbondanza si preoccupi di condividere cibo e bevande con chi soffre la fame e la sete. Anche i pubblicani si rivolgono per sapere come devono comportarsi. I pubblicani riscuotevano le tasse per conto del dominatore romano. Per avere l’incarico dovevano riconoscere la natura divina dell’imperatore romano. L’incarico consisteva nel riscuotere, in un territorio definito, una cifra determinata dal dominatore romano.
Era compito del pubblicano stabilire quanto chiedere a ciascuno. I potenti di quel territorio erano in grado di contrattare ed anche di rifiutare le richieste esose. Quindi pagavano il giusto e, spesso, anche meno. La povera gente, invece, non aveva i mezzi per confutare le esose richieste degli esattori ed era costretta a pagare, spesso, molto più del dovuto.
Ai pubblicani, il Battista non chiede di cambiare mestiere. Chiede di esigere soltanto il giusto. L’altra categoria che si rivolge a Giovanni è quella dei soldati. Anche se le professioni ad alto rischio sono sempre state ben pagate, ed i soldati sono certamente ad alto rischio, al tempo del Battista avevano compensi molto bassi. Tuttavia, grazie al potere delle armi, erano in grado di moltiplicare i loro salari con depredazioni, violenze e saccheggi.
Neppure a loro Giovanni dice di cambiare mestiere, chiede soltanto di non maltrattare di non estorcere e di accontentarsi dei propri salari. Il popolo chiede a Giovanni se è lui il messia che stanno aspettando. Il Battista risponde negativamente e differenzia chiaramente la propria missione da quella di colui che stanno attendendo. Suo compito è far comprendere ad ognuno quali siano i peccati di cui pentirsi; peccati che vengono lavati con acqua che pulisce solo l’esterno.
Colui che verrà porterà una realtà nuova. Realtà nuova che chiede ad ognuno di lasciare l’uomo vecchio per divenire uomini nuovi. Lo Spirito ne sarà la novità ed il centro. Spirito che viene presentato come un fuoco che brucia. Il Battista ce lo indica nel senso di bruciare tutto ciò che è male.
I profeti, spesso, usano inconsciamente parole che hanno significato più ampio di quello da loro proposto. Nel nostro caso, tutti coloro che aprono la porta del proprio cuore allo Spirito, bruciano dal desiderio di servire Dio e amano tutti i fratelli, a partire dai più bisognosi.

Pier Angelo Sordi