Leggi razziali: una pagina infamante della nostra storia

leggi_razzialiQuest’anno il Giorno della Memoria è coinciso con l’80° anniversario delle leggi razziali. Chiaro, determinato, preciso il monito del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla vigilia della celebrazione. “Le leggi razziali rappresentano un capitolo buio, una macchia indelebile, una pagina infamante della nostra storia, ha esordito Mattarella, e trovo sbagliata e inaccettabile l’affermazione secondo cui il fascismo ebbe alcuni meriti, ma fece due gravi errori: le leggi razziali e l’entrata in guerra.
Razzismo e guerra, ha proseguito il Presidente, non furono deviazioni o episodi rispetto al suo modo di pensare, ma diretta e inevitabile conseguenza. Volontà di dominio e di conquista, esaltazione della violenza e della guerra, sopraffazione e autoritarismo, supremazia razziale… furono diverse facce dello stesso prisma”. Mattarella ha concluso il discorso citando l’articolo 3 della Costituzione, dove si afferma la pari dignità sociale di ciascun cittadino e l’uguaglianza di fronte alla legge.
Se è vero che il fascismo non fece costruire camere a gas o forni crematori, è anche vero che esso, estraneo ai principi di liberalismo e della democrazia, quelle famigerate leggi le “sposò” tanto che, dopo l’8 settembre, il governo di Salò collaborò attivamente alla cattura degli Ebrei in Italia la cui storia è legata alle case, le tante che dovettero abbandonare dopo essere stati svegliati o interrotti nelle loro abitudini quotidiane con violenza, per essere scaraventati, come numeri, nei campi di concentramento e di sterminio.
Scesero così le tenebre nella coscienza dell’Europa con conseguente scatenamento della barbarie che nessun becero negazionismo potrà mai mettere in discussione e nei confronti della quale tutti dobbiamo vigilare per impedire che simili orrori si possano ripetere. Ancora oggi continuiamo a chiederci come una società progredita e civile abbia potuto germinare un fenomeno come quello dei campi di sterminio. Bene ha fatto il presidente della Repubblica a rammentare le leggi razziali poiché ieri come oggi, l’odio induce alla strage; la contrapposizione delle convinzioni a sfociare in quel dannato piano inclinato sinonimo di olocausto, della cieca prepotenza della superiorità razziale e del non-uomo contro il suo simile.
Esiste una letteratura dello sterminio. Libri scritti dai pochi sopravvissuti toccati, in profondità, anche da un tortuoso senso di colpa, quasi che l’essere rimasti vivi togliesse la condivisione del tempo in cui insieme avevano “vissuto la morte”. Ma capirono anche quanto fosse importante parlarne per impedire che il passare del tempo, il mutare delle condizioni socio-politiche e la polvere dell’oblio cancellassero l’orrore dei forni crematori. Tutti avrebbero dovuto sapere, il mondo avrebbe dovuto sapere che quelle persecuzioni hanno aperto ferite insanabili sul corpo dell’umanità e della sua storia.
Coprirle sarebbe un ulteriore oltraggio alle vittime e un’amnistia concessa ad una realtà che deve restare, in ciascuno di noi e in particolare nelle giovani generazioni, inconcepibile. Abbiamo bisogno della Costituzione, nata dalla Resistenza e baluardo contro ogni intolleranza. Abbiamo bisogno di credere nella dignità dell’uomo. Di ogni uomo.

Ivana Fornesi