Pierluigi Zampetti (1927-2003) di famiglia di Filattiera, ma nato a Uboldo presso Varese, è un grande intellettuale che ha approfondito idee innovative e molte proposte concrete. Laureato alla Cattolica in filosofia e in giurisprudenza, istituì a Trieste la facoltà di Scienze politiche, tenne la cattedra di Dottrina dello Stato, passò a Milano. Furono anni difficili, per formazione e cultura non poteva condividere le posizioni più rivoluzionarie dei sessantottini, ebbe minacce e umiliazioni, ma con coraggio e intransigenza difese la libertà di insegnamento.
Come studioso e cattolico la piena elaborazione del suo pensiero la espresse in moltissimi e profondi saggi scientifici e nella cattedra a Scienze politiche a Genova dove insegnò per oltre trent’anni. Membro dell’Accademia Pontificia di Scienze sociali e del Consiglio Superiore della Magistratura, ha elaborato il concetto di democrazia partecipativa come rinnovamento delle istituzioni, rimaste troppo legate a formule del passato e lente a trasformarsi, tenendo come cardine la famiglia per promuovere benessere sociale: sono evidenti i richiami alla dottrina sociale della Chiesa, adeguata alle situazioni storiche.
Cosciente del mondo e capace di scrivere ciò che in esso accade, seppe parlare ai dotti e alla gente comune: lo testimonia Il Vangelo secondo mia mamma, finalista non premiato al Bancarella 1985, un libro che disse “scritto col cuore”. Zampetti collega la ragione e l’amore di Dio con la conoscenza e l’azione dell’uomo, una relazione che è principio di vita. Per una vera democrazia ritiene irrinunciabili i valori cristiani, la partecipazione dei cittadini alle decisioni politiche con mutuo rispetto e con dialettica della mediazione senza antitesi estremizzate e preconcette.
La democrazia partecipativa, alternativa al capitalismo individualista e al socialismo collettivistico, richiede un Cristianesimo non di enunciati ma di fatti con potenzialità di pace, solidarietà, coinvolgimento di tutti gli elementi di cui si compone una società. Il metodo per cambiare strada ha basi teologiche e filosofiche per capire le mentalità, i contesti storici, esaminare criticamente situazioni e prospettive. Sono idee “pacificamente rivoluzionarie che guardano a una società aperta agli altri, ispirata dalla ragione e dall’amore sotto la guida della libertà”.
Zampetti capì la natura antropologica del profondo malessere attuale, ne individua le cause, critica lo spreco della cosa pubblica e la società dei consumi, che ha causato la caduta dei valori nell’Occidente e ha bloccato la crescita economica. Se non si opera pensando al bene comune, la democrazia rappresentativa può diventare sistema oligarchico che mette al primo posto gli interessi di pochi del capitalismo finanziario e non delle persone. Nel mondo della produzione l’uomo è diventato oggetto, non soggetto. Serve una nuova via che faccia sintesi fra capitale e lavoro con partecipazione dei lavoratori al capitale d’impresa disinnescando la lotta di classe.
Il 5 gennaio a Bagnone è stato presentato il libro di Andrea Bassioni La democrazia partecipativa. Attualità del pensiero di Pierluigi Zampetti nella crisi del sistema partitico con introduzione di Cosimo Ferri. L’approfondita analisi della partitocrazia spiega come questa frustri la fiducia dei cittadini e li astenga dal voto. La soluzione è poggiare il potere dell’esecutivo sulla società civile, possibile se i partiti, anziché chiusi in se stessi e in calcoli di potere a volte meschini, con tradimento della delega data dai cittadini a rappresentarli, potranno inserire nello Stato le forze vive del Paese.
Maria Luisa Simoncelli