La guerra dal cielo: i bombardamenti su Pontremoli

La mancata esplosione di una bomba salvò dalla distruzione il rione di S. Nicolò

L'ex voto collocato sulla facciata di un'abitazione di San Nicolò per lo scampato pericolo
L’ex voto collocato sulla facciata di un’abitazione di San Nicolò per lo scampato pericolo

Come Aulla, Villafranca, Fivizzano, Massa, Carrara, nella nostra provincia anche Pontremoli ha una sua storia di bombardamenti degli Alleati, impegnati, tar il 1944 e il 1945, a colpire i territori occupati dai nazisti e dalla Repubblica di Salò.
Furono numerosi e con vittime, centrati su obiettivi strategici come la ferrovia – soprattutto la stazione e i ponti di Porta Parma e dei Chiosi – e la strada della Cisa, sempre nei pressi di Porta Parma con l’obiettivo di distruggere il ponte Pompeo Spagnoli. Il primo bombardamento è datato 11-12 maggio 1944, di notte su Verdeno; a giugno furono bombardati il ponte dei Chiosi e la stazione ferroviaria: morì Maria Zuccarelli.
Ancora vittime (Angelo Tonelli e Emilia Menini Cagna) nelle incursioni di agosto, mirate anche sul cimitero nei pressi del quale i tedeschi piazzavano lo storico cannone Berta, solitamente tenuto nascosto nella vicina galleria. Settembre 1944 fu il più nefasto dei mesi. Cinque i morti: Pietro Dodi, Lucia Stefani, Carlo Azzaroni, Anna Ambrosi, Mario Colombo; distrutta la chiesa di S. Pietro, molte lesioni alla chiesa di S. Cristina, al complesso di S. Giacomo d’Altopascio e alle case attigue. Poi morte e rovina dal cielo si fermarono fino al 20 febbraio 1945: le bombe tornarono a colpire sui Chiosi e Verdeno, su Mignegno. A marzo altri morti da bombe: Aldo Cucculo e Bruna Bertocchi, che aveva solo 20 anni; Lucia Moscatelli ne aveva ancora meno, solo 10 anni, e morì nell’incursione del 17 marzo sulla Strada nuova, i borghi di S. Nicolò e Terrarossa; a Teglia fu colpita a morte Filomena Taini.
Oltre alle rovine – ancora oggi, nel greto della Magra, nei pressi di Porta Parma, sono visibili i resti delle pile del ponte stradale – a ricordare le tante distruzioni e le sofferenze causate alle persone costrette a correre nei rifugi nel pieno della notte nella speranza di scampare ai bombardamenti, sulla facciata di una casa di via Garibaldi, proprio di fronte alla chiesa di S.Nicolò, è una piccola targa in marmo (nella foto) con l’immagine scolpita di un crocifisso – chiaro riferimento al “Cristo Nero” venerato in quella chiesa – e la scritta “Ricordo del bombardamento 18 marzo 1945”. In quell’occasione una bomba sganciata da un aereo colpì la casa e penetrò nella facciata, causando danni, ma senza scoppiare.
Un miracolo, per chi ci crede, che ha risparmiato al borgo, alla chiesa stessa e, probabilmente, alle persone conseguenze ben più gravi. Fino a pochi anni fa, ogni 18 marzo, le campane chiamavano a raccolta i fedeli per la celebrazione di una “scoperta” di ringraziamento al “Cristo Nero” per la protezione accordata alla parrocchia in quell’occasione.
I bombardamenti continuarono fino all’epilogo della disfatta nazifascista. Il 19 aprile, fu distrutta la villa Lorenzelli, all’inizio del Borgovecchio vicino alla ferrovia. Per anni rimase in rovina, utilizzata solo dai ragazzi che trovavano al suo interno materiali utili per i loro giochi. Oggi è completamente recuperata, pur privata del bel giardino sul fiume: nell’immediato dopo guerra fu “tagliato” dal nuovo tracciato deciso al momento della ricostruzione del ponte sulla statale; più di recente, ridotto ai minimi termini per la costruzione del sottopasso ferroviario. Distruzione e vittime ci furono fino agli ultimi giorni di guerra: il 25 aprile morì nel bombardamento su Verdeno Albina Bocchi.
La guerra a Pontremoli finì il mattino del 27 aprile, dopo la battaglia aerea sulla Cisa contro i tedeschi in ritirata. Ne morirono molti, soprattutto nella zona nota come piano di Mignegno, rimasti ignoti nel numero e nel nome: le loro salme furono sepolte nella chiesetta romanica di S. Giorgio appena oltre l’ospedale vecchio e in seguito rimpatriate.