Nel 1837 la condanna a Biagio e Anacarsi Nardi

Un angolo di Lunigiana dominio estense dal XV al XIX secolo con capitale Varano. Prima gli Este di Ferrara e Ravenna, poi dal XVII secolo quelli di Modena. Solo nel periodo napoleonico ci fu una breve parentesi nella dominazione estense.

Casa Nardi ad Apella dove nacquero Biagio e Anacarsi (da www.montagnaverde.it)
Casa Nardi ad Apella dove nacquero Biagio e Anacarsi (da www.montagnaverde.it)

La storia dei poteri politici che si sono costituiti in Lunigiana è complicata a causa di una grandissima frammentazione dentro un territorio piuttosto piccolo.
Dopo l’evento epocale della fine dell’impero romano, ostrogoti, bizantini, longobardi, franchi, feudatari imperiali, prima gli obertenghi e da una loro costola i Malaspina, vescovi-conti di Luni, liberi Comuni, dominazioni genovesi, milanesi, fiorentine, estensi, lucchesi portarono una girandola di vicende che hanno lasciato il segno. Gli storici trovano nell’assenza di una grande città che facesse da volano di sviluppo la causa prima della povertà economica e della fragilità politica per cui la Lunigiana fu terra di conquista, di confini, di transiti quasi sempre di predatori.
Fra i tanti dominatori ci furono anche gli Este, duchi di Ferrara e Ravenna fino al 1598, e solo di Modena e Reggio Emilia dopo quella data. Una porzione di Lunigiana diventò estense ancora quando la capitale del ducato era Ferrara. Dal 1413 al 1847, nell’alta valle del Taverone di destra si costituì il Comune o Podesteria estense di Varano. In seguito a dissolvimento interno e a fatti di sangue nel marchesato malaspiniano di Olivola, il 24 luglio 1413, gli abitanti di Varano, Ripola, Apella, Tavernelle, Taponecco si diedero a Niccolò III d’Este sponte, bono et reali animo.
L’atto di dedizione fu rogato a Parma e specifica privilegi e una certa autonomia a Varano, un po’ meno agli altri paesi creando qualche antagonismo di campanile gradualmente attenuato. Veniva garantita la libertà di transito sulla strada molto importante per il commercio del sale, che portava in Lombardia (intendendo l’Italia settentrionale) toccando l’abbazia già in decadenza di Linari e il valico del Lagastrello, quindi a Rigoso.

Biagio Nardi (1768 - 1835), zio di Anacarsi
Biagio Nardi (1768 – 1835), zio di Anacarsi

A breve distanza da Apella, paese natale di Biagio e Anacarsi Nardi, prese importanza Tavernelle, borgo che ancora oggi conserva il suo antico aspetto, divenne un luogo di mercato. I sudditi lunigianesi degli Estensi si dichiaravano contenti sotto “il felice stato dei propri signori”, una volta superato un burrascoso periodo di vertenze, atti di violenza (Leonardo Malaspina di Castel dell’Aquila nel 1424 aveva sterminato i parenti marchesi della Verrucola di Fivizzano) e rischi di passare sotto i feudi limitrofi dei tanti Malaspina o sotto Firenze o i Campofregoso genovesi.
Nella valle del Taverone le cose rimasero stabili fino all’arrivo dei francesi in età napoleonica, quando il territorio di Varano fu inserito nel Dipartimento di Luni, poi delle Alpi Apuane e del Crostolo. Sconfitto Napoleone, il congresso di Vienna ricostituì la carta geopolitica d’Europa confermando o ripristinando i “legittimi sovrani” sui loro troni. Gli Este, spodestati negli anni della Repubblicana Cispadana (a Reggio Emilia nel 1796 sventolò per la prima volta il tricolore italiano), poi Cisalpina poi Regno d’Italia, tornarono al potere nella persona di Francesco IV di Austria-Este. Varano, Ripola, Tavernelle, Taponecco e Apella quindi di nuovo furono degli Este come Comune autonomo, fu aggiunta anche Licciana.
Per consolidare le decisioni prese a Vienna, l’Austria inviò sue truppe a Licciana e anche ad Aulla, per fronteggiare le spese del loro mantenimento furono requisiti i beni delle persone più ricche. La città di Modena era la capitale dei due patrioti Nardi, là studiarono e si laurearono in giurisprudenza. Avevano respirato l’aria di libertà e di uguaglianza maturata nel pensiero illuminista, si legarono alle aspirazioni della Carboneria prendendo parte attiva nella brevissima insurrezione del 1831 (3 febbraio-5 marzo) preparata a Modena da Ciro Menotti e Vincenzo Borelli, tragicamente conclusasi. Da qualche anno a Modena si stava preparando la “congiura estense” in chiave antiaustriaca, avrebbe dovuto far insorgere l’Italia centro-settentrionale e creare un regno guidato da Francesco IV, che,ambizioso, non ostacolò la congiura, ma poi la tradì, spaventato dagli eventi francesi che portarono alla monarchia costituzionale di Luigi Filippo d’Orléans. A conoscenza dei congiurati, li fece arrestare: Menotti fu catturato alla vigilia dell’insurrezione e impiccato.

Maria Luisa Simoncelli