
Un libro di Giuseppe Chiappini
C’erano anche tredici lunigianesi in Spagna, fra l’autunno 1936 e la primavera 1939, a combattere in difesa della seconda Repubblica messa sotto assedio dai golpisti di Francisco Franco con il sostegno militare di Mussolini e Hitler.
A raccontarne le storie e le passioni è il libro di Giuseppe Chiappini “Antifascisti della Lunigiana nella guerra civile spagnola” (15,00 euro) che raggruppa i profili biografici di quei volontari, alcuni dei quali non fecero ritorno. I loro nomi non erano noti se non in piccola parte: si conoscevano il villafranchese Leone Borrini, comunista di Merizzo e il liccianese di Monti Attilio Viola, entrambi morti sul fronte spagnolo; il primo in combattimento, il secondo in un ospedale di Barcellona. Noto era anche il nome del pontremolese Silvio Mari soprattutto perché, rientrato a casa, era poi stato protagonista della Resistenza prima con il “Picelli”, poi con la “Beretta”.
Degli altri dieci ben pochi ne conoscevano l’esistenza: a colmare questa importante lacuna arriva ora il libro di Chiappini, arricchito da un’introduzione storica di Marco Puppini, ricercatore e già docente all’Università di Trieste.
Le storie che emergono evidenziano le diverse motivazioni che portarono i tredici lunigianesi a varcare Alpi e Pirenei per combattere dalla parte della Repubblica in quella sorta di prova generale della Seconda Guerra Mondiale che sarebbe scoppiata di lì a poco.
A partire furono sia quanti già nel loro territorio avevano una formazione e una militanza politica (certamente clandestina visto che il Fascismo era all’apice della propria potenza e delle proprie capacità di “controllo sociale”) ma anche quanti quella militanza l’avevano acquisita lontano dalla Lunigiana. Molti di loro infatti erano “migranti”, partiti alla ricerca di migliori condizioni di vita che avevano trovato in Francia. Qui erano venuti in contatto con ambienti anarchici, comunisti o di quel movimento di “Giustizia e Libertà” di Carlo Rosselli che nell’estate 1936 era stato tra i primi ad organizzare una “colonna” armata in Spagna, qualche mese prima della nascita delle “Brigate Internazionali” alle quali affluirono, in tempi diversi, più di cinquantamila volontari antifascisti da tutto il mondo. Il libro di Chiappini, che esce nei giorni dell’80° anniversario dell’inizio di quel conflitto, ci svela dunque i volti e i percorsi di quei tredici lunigianesi.
I fivizzanesi Renato Bertolini (classe 1905) e Mario Mariani (1897); i pontremolesi Antonio Cabrelli (1902), Silvio Mari (1907), Ugo Fogola (1908), Egidio Montani (1896), Emilio Martinelli (1902) e Dante Armanetti (1887); di Zeri era Casimiro Malachina (1902) e bagnonese Gino Coduri; i già ricordati Leone Borrini (1897), villafranchese, e Attilio Viola (1906) liccianese come Egildo Gavignazzi (1905).
Per coloro che sopravvissero ai combattimenti si aprirono i cancelli dei terribili campi di prigionia in Francia ai quali fece seguito il ritorno ai paesi di adozione verso i quali erano emigrati anni prima o il rientro in Italia che per molti significò il confino decretato dal regime fascista. Molti di questi ultimi fecero la scelta di combattere ancora il Fascismo nelle formazioni partigiane che, non di rado, portavano nomi di volontari caduti in Spagna.
È il caso del battaglione “Picelli”, intitolato all’eroe dei moti del 1921 nell’Oltretorrente a Parma e morto in Castiglia all’inizio del 1937; così a Leone Borrini venne intitolata la brigata che si formò in Lunigiana nell’estate 1944, quando nel sarzanese si costituì quella battezzata con il nome di a Ugo Muccini di Arcola, caduto nella lunga battaglia dell’Ebro nel settembre 1938.
p.biss.