Dio ha scelto di farsi povero e migrante per portare il suo messaggio d’amore

Il Natale ci ricorda il mistero di Gesù che, infinitamente ricco, sceglie di farsi piccolo. E ci insegna, ancora una volta, che Cristo stesso è presente tra gli umili della terra.

Giotto: Fuga in Egitto. Cappella degli Scrovegni, Padova.
Giotto: Fuga in Egitto. Cappella degli Scrovegni, Padova.

A Nazareth sono ancor oggi visitabili, protette ognuna da una chiesa, le case ove si ritiene abitassero Maria e Giuseppe. Logica vorrebbe che la nascita di Gesù avvenisse in quel luogo. Invece, sia il vangelo di Matteo – senza invero dare alcuna spiegazione – sia quello di Luca – che fa riferimento ad un censimento di cui non si ha altra evidenza storica – dicono che Gesù nacque a Betlemme. Potrebbe trattarsi di una necessità teologica; nel Libro del profeta Michea (5,1) si legge: E tu, Betlemme di Efrata/ così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda,/ da te mi uscirà colui,/ che deve essere il dominatore in Israele;/ le sue origini sono dall’antichità,/ dai giorni più remoti. Così, gli estensori dei due Vangeli citati, propongono un Gesù che, vissuto nel loro tempo, tuttavia viene da origini assai più lontane, dall’inizio dei tempi come scriverà poi l’evangelista Giovanni. I ritrovamenti archeologici hanno tuttavia spesso smentito coloro che, accettando solo interpretazioni teologiche, hanno considerati come falsi i riferimenti storici proposti dai vangeli. Gesù, dunque, nasce a Betlemme in una situazione di grande disagio sua e dei suoi genitori. I mezzi di trasporto e le vie di comunicazione del tempo erano quanto meno disagevoli soprattutto per persone povere come lo erano Maria e Giuseppe. Tre le vie che potevano percorrere e che congiungevano la Galilea a Gerusalemme. Una sul mare, una lungo il Giordano e la terza che attraversava la Samaria. Le prime due prevedevano una salita finale piuttosto scomoda per una donna che stava per partorire, la terza aveva l’incognita del passaggio in un territorio “nemico”. Inoltre il percorso complessivo era di oltre cento km che comportava almeno tre giorni di cammino. Quindi giungere a Betlemme fu un grosso impegno ed un grande rischio per i due giovani abitanti di Nazareth. C’è da aggiungere che l’evangelista Matteo, dopo lo stringato resoconto della nascita di Gesù e dopo aver ricordato l’arrivo dei magi e dei loro doni, ci dice (2, 13-14) I magi “erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo”. Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto”. Forse avviene nella direzione opposta a quella che siamo abituati a vedere, ma certamente siamo di fronte ad una famiglia di perseguitati e di profughi.

Nigeria i cristiani perseguitati
Nigeria i cristiani perseguitati

Il Santo Natale che stiamo per vivere potrebbe essere l’occasione per fare un esame di coscienza sul tema dei profughi. I riferimenti ci sono stati dati da Papa Francesco nell’agosto del 2015 quando è stato pubblicato il tema della 102a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si è celebrata il 17 gennaio 2016. Aveva per tema “Migranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della misericordia”. Il Santo Padre nell’occasione ha ricordato che dobbiamo evitare di cadere nell’indifferenza di fronte al grido di aiuto che si eleva a Dio da parte di tanti nostri fratelli. Ci vuole il coraggio di aprire gli occhi per guardare in faccia la realtà, e anche “le miserie del mondo, e ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità”. Nell’Anno Santo della Misericordia, accogliere i forestieri è un’opera di misericordia che i cristiani possono compiere per i loro confratelli: non dobbiamo, infatti, dimenticare che Cristo stesso è presente tra i più piccoli e che noi stessi, alla fine della vita, saremo giudicati dalla nostra risposta d’amore. Ci è d’aiuto la Chiesa che ci ricorda le opere di misericordia corporali e spirituali. Facciamoci illuminare dal Natale. Molte persone sono infastidite dal problema della migrazione perché fa loro paura. Paura comprensibile perché stiamo vivendo un tempo, pieno di luci artificiali, nel quale tutto è dominato dal buio dell’egoismo. Ognuno si aggrappa a ciò che ha conquistato e vuole difenderlo con i denti. Per questo i migranti sono pericolosi. Facciamoci illuminare dal Natale che è il mistero di Dio, infinitamente ricco, che si fa povero, piccolo, perseguitato, migrante e, forse, anche clandestino. Gesù bambino ci dice: “chi accoglie questi piccoli, accoglie me”.

Pier Angelo Sordi