Una bianca corona sulle alture

Chi ben comincia è a metà dell’opera: i rilievi montuosi, ma anche quelli d’alta collina, fanno bianca corona alle sottostanti valli. La prima decade di dicembre, già terminata, ha conservato e poi intensificato il freddo, dapprima gentile, che si era accampato a fine novembre. Le precipitazioni, con il giro di correnti da Nord dell’ultima perturbazione, non sono state abbondanti, specie a bassa quota, ma hanno avuto una certa persistenza cause le ‘ritornanti’ da est.
Ecco la cronaca in sintesi dell’ultima settimana. Si parte da martedì 3, quando era ancora in auge il freddo umido stagnante, sopravvenuto alla brinata notturna con la copertura di nubi basse piovigginose e durato tutta la mattina. Nel pomeriggio, ancora piovaschi, ma con principio di ventilazione da Nord e igrometri non più a saturazione.
Mercoledì 4, rialzo termico nei valori minimi, ma sensazione di freddo acuita dal vento di tramontana divenuto più forte; massime diurne quasi stazionarie, in aumento più sensibile al di sotto dei 200 m di quota.
Il tempo migliore e soleggiato dall’aurora al tramonto è toccato a giovedì 5, quando si è passati dall’atmosfera ancora agitata dal vento notte, mattino e pomeriggio a quella più tranquilla delle ore serali, quando è andata formandosi la brina.
Non si era ancora placato l’ultimo sbuffo di vento, che già tornava la nuvolosità per un fronticello… propedeutico a quello più corposo atteso a cavallo di sabato e domenica. Infatti, all’alba di venerdì 6, si era punto e a capo con il freddo fermo e umido, sedimentatosi alle basse quote, mentre in alto la temperatura era relativamente mite.
Altra mandata di pioviggine con penetrante mix di freddo e umidità al 99-100%, foschia densa e nebbia d’avvezione, poi improvviso sollevamento degli strati alle ore 14 e schiarite entro l’ora del tramonto.
L’irraggiamento avviatosi al crepuscolo in un ambiente freddo e così saturo di umidità non poteva che provocare nebbia estesa, piuttosto fitta, tra le 16 e le 18 circa: orario insolito, specie nella conca di Pontremoli, dove non è così frequente neppure in ore notturne e mattutine.
Dissoltosi il nebbione grazie a lievi brezze di monte dopo le 18, il resto del lavoro lo hanno volto il sereno, la calma notturna e il trionfo di umidità favorendo una gelata con ingente deposito di brina, anche sulle strade, al mattino di sabato 7.
L’inversione termica, fin dopo mezzodì, si è rivelata eclatante: persino 13-14°C di differenza tra l’ambiente gelido e umido del fondovalle e quello più mite, asciutto dell’alta collina e della montagna. Con nubi stratificate sempre più compatte, si faceva intanto strada il peggioramento annunciato, avviatosi alle15-16.
Con l’arrivo del fronte perturbato, si è andato a ristabilire il calo della temperatura con la quota: in alto ha preso a nevicare, mentre una breve fase di vento dal mare (non avvertita a valle) ha lasciato spazio alla tramontana scura. Il livello termico ha consentito le nevicate fino a quota 550 nel Pontremolese, altrove dai 700 m in su.
In montagna, specie dai 900-1000 m, il manto bianco ha superato anche i 30-40 cm. Residue fioccate, tra timide schiarite, si sono ripetute sia lunedì 9 che martedì 10, con la ritornante da est.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni