Filippo ha iniziato il percorso verso il sacerdozio

In San Caprasio ad Aulla il rito di ammissione agli ordini presieduto dal vescovo Mario

Da sinistra: il Vescovo Mario, Filippo e don Samuele Agnesini

“La Chiesa accoglie con gioia il tuo proposito”: così il Vescovo Mario ha accolto la vocazione di Filippo, il 4 novembre in San Caprasio ad Aulla, nel giorno della memoria di san Carlo Borromeo. Lijith Vattakkattil, conosciuto da tutti come Filippo, è stato infatti ammesso agli ordini sacri del diaconato e del presbiterato.
Filippo ha 32 anni, proviene dall’India (dal Kerala per la precisione) e per tutta una serie di circostanze, il suo percorso si è incrociato con il nostro. Dopo il 2015 infatti, Filippo è giunto in Italia, alla ricerca del Signore e della sua strada nella vita: in seguito il suo impegno nel mondo della scuola e nelle varie comunità parrocchiali lo ha portato in Lunigiana, in particolare nella comunità del Villaggio del Fanciullo a Villafranca.
Una nuova vocazione per la nostra Chiesa diocesana che si aggiunge ai due seminaristi Raffele e Diego che studiano nel Seminario Interdiocesano di Pisa. Con il rito dell’ammissione agli ordini, la Chiesa riconosce la vocazione e si impegna a portarla avanti: da una questione privata diventa una responsabilità comunitaria.
E la comunità ha già risposto: la grande partecipazione di fedeli e di sacerdoti testimoniano l’affetto nei confronti di Filippo.
Non solo ha gioito con lui tutta la comunità di San Caprasio, dove da due anni svolge servizio, ma anche i ragazzi delle scuole dove ha insegnato religione in questi anni tra i vicariati di Pontremoli, Villafranca e Aulla. Da Pisa, a festeggiare con lui, era presente il rettore del Seminario Interdiocesano, mons. Francesco Bachi e qualche seminarista pisano e delle diocesi toscane che si lì si formano.
Il rito dell’ammissione si è concluso con la frase “Dio porti a compimento l’opera che ha iniziato in te”, le stesse parole che verranno ripetute sia nell’ordinazione diaconale che in quella presbiterale a testimoniare proprio questo dialogo a due, tra candidato e Dio, in cui la vocazione non è considerata come iniziativa umana ma spetta a Dio il primato di averla suscitata.
Dialogo che diventa a tre quando la Chiesa la riconosce e se ne prende cura. Nel corso dell’omelia il vescovo ha sottolineato il contesto nel quale Filippo si troverà ad operare: l’Unità pastorale di Aulla, territorio molto esteso, dove sacerdoti, diaconi e laici sono chiamati a collaborare per l’unica missione della Chiesa.
Da questo punto di vista, la presenza di Filippo è un segno di speranza perché è un giovane che ha deciso di mettersi a disposizione, che si è messo in ascolto della chiamata del Signore. Questa vocazione troverà poi la sua maturazione nell’ottica della sinodalità, cioè quello stile di rapporti e di relazioni dove la condivisione è la bussola, e il sacerdote non è lasciato solo al comando: assieme ai laici si dovrà dare vita ad un progetto di comunione e di comunità che si avvale del contributo di tutti.
Questo, ha detto il vescovo, sarà il contesto dentro il quale Filippo sarà chiamato a crescere cosi che un giorno potrà servire la Chiesa diocesana e tutte le persone che gli saranno affidate.
Terminata questa celebrazione sentita e partecipata, la preghiera a San Carlo Borromeo, uno dei patroni dei seminaristi, di accompagnare e far crescere la vocazione di Filippo nella terra apuana.

(D. B.)