Viaggio nella memoria con il pane e le farine

Villafranca: all’assemblea della “Manfredo Giuliani”, la conferenza di Emilia Petacco e Rolando Paganini

Martedì 30 aprile nella sala polifunzionale del Museo Etnografico “Germano Cavalli” a Villafranca in Lunigiana con Rolando Paganini ed Emilia Petacco si è parlato di pane, un viaggio nella memoria contadina tra ricordi, eccellenze del territorio, storia e tradizioni. Parlare del pane, infatti è stato ritornare con la mente al nostro passato, immergersi nella quotidianità di quei tempi: il forno, la legna, l’odore delle fascine che bruciano, il profumo del pane appena sfornato, l’odore acido del lievito madre… risentire i rumori, i gesti, le parole, le donne che portavano a cuocere il pane nei forni di paese.
Il pane, alimento essenziale che fa parte del territorio, nelle varietà dei modi di elaborazione e nella forma  è  stato, per lungo tempo,il sovrano delle mense dei poveri e dei signori. Rolando Paganini ci ha parlato anche e soprattutto di focaccette cucinate nei testini e consumate dalla gente della Valle del Taverone, il luogo da cui proviene.
Ci ha deliziato riportando elementi interessanti del testamento di Cosimo Malaspina del XVIII secolo ed in particolare l’inventario di quanto si trovava nelle cantine al momento della sua morte. Vi si parla di panìco, di formenton (forse mais) di altri cereali minori in uso all’epoca: avena orzo, miglio e perfino saggina.
Una descrizione avvincente la presentazione di come avviene la cottura della focaccetta nel testino, della De.Co (Denomicazione Comunale) ottenuta per questo prodotto, e di come le famiglie la usassero quando il pane della settimana finiva.
Ma non solo pane: infatti la sua analisi si è spostata sui grani, le varie farine, fino a parlarci della castagna che ha sfamato per secoli le popolazioni della Lunigiana. Un particolare: nell’intestazione di Cosimo non si parla di farina di castagne ma soltanto di castagne secche ed ecco svelato il mistero legato al periodo in cui è stato scritto l’inventario quando di farina sicuramente non ce n’era più.
Il viaggio di Emilia Petacco è avvenuto tra le carte, un documentario che ci svela continue sorprese a cominciare dal Codice Pelavicino dove si parla di fornai che devono provvedere a fornire la pasta per la cucina.
A seguire i registri di gabella o quelli di entrata e uscita delle varie comunità che ci confermano la vendita delle farine e del pane anche nelle osterie, accompagnato sempre da buon vino.
Ha parlato degli Statuti lunigianesi dove compaiono articoli dedicati al pane, alla sua vendita e ai criteri da adottare per le varie pesature. Il pane “buffetto”, il “bollato”, il “canalotto” il pane “bigio”.
In tutta l’area lunigianese il pane doveva essere venale, mercantile e rispettare le norme della comunità e il pane bianco era usato solo dalle famiglie più ricche. Insomma, col suo stesso colore su tutta una gamma dal nero al bianco il pane ha qualificato precise condizioni umane e sociali.