Maestro, dove dimori?

Domenica 14 gennaio – Seconda del Tempo Ordinario
(1Sm 3,3-10.19; 1Cor 6,13-15.17-20; Gv 1,35-42)

Giovanni Battista non è geloso dei suoi discepoli, anzi, completa la sua missione mandandoli a Gesù. Essi vanno e lo incontrano. A prima vista può sembrare che siano i discepoli a cercare Gesù, ma in realtà sono essi i cercati e gli attesi da una persona che propone loro una diversa prospettiva di vita.
1. Che cosa cercate? Con questa domanda Gesù facilita l’inizio del dialogo con i due discepoli. Un po’ per ubbidienza, un po’ per curiosità, gli chiedono: “Maestro, dove dimori?” Gesù senza tanti preamboli dice: “Venite e vedrete”.
Vanno, restano con Lui in un incontro memorabile, tanto che a distanza di anni ricordano con precisione: “erano circa le quattro del pomeriggio”.
La storia della salvezza è una storia di incontri: Dio chiama, interpella e aspetta una risposta. Coloro che rispondono a loro volta diventano suoi messaggeri presso i propri fratelli.
L’iniziativa non è nostra: è la Provvidenza che ci colloca in uno spazio di tempo e di luogo dove conosciamo il progetto di Dio sulla nostra vita. Attraverso le situazioni storiche che viviamo e le persone che incontriamo siamo coinvolti in un meccanismo che ci fa esclamare come San Paolo: “Annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo” (1Cor 9,16).
2. Venite e vedrete. La chiamata di ogni cristiano non dipende dalle sue capacità intellettuali o organizzative, e neppure deriva da una designazione popolare: il Signore è molto libero nelle sue scelte, e chiama le persone più impensate.
L’iniziativa viene sempre da lui: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi” (Gv 15,16). Può accadere che qualcuno si avvicini al messaggio cristiano perché incontra una persona carismatica o vive un avvenimento particolare, ma l’essere cristiani si concretizza nell’incontro con una persona: il cristiano ascolta Gesù nella sua Parola e lo incontra nell’Eucaristia.
Solo da qui riceve la forza per ripartire verso il mondo con quell’impegno richiesto dalla necessità del momento, altrimenti si riduce a essere solo un funzionario gratuito di un ente assistenziale.
Scopo della vita cristiana è l’incontro con il Signore che si concretizza nella domanda: “Maestro, dove dimori? Cosa devo fare? Parla, perché il tuo servo ti ascolta”.
3. Abbiamo trovato il Messia. Come ha fatto Giovanni Battista, così ogni discepoli adempie la propria missione agevolando l’incontro dei fratelli con la persona di Gesù.
Troppe volte ci siamo costruiti una religione a nostra misura, con la soddisfazione del ‘buon cattolico’ che ‘compie il suo dovere’, legge ‘un buon giornale’, ‘vota bene’, ‘fa qualche devozione’, ma poi si chiude a riccio nel proprio egoismo.
Percorriamo il nostro cammino verso un incontro personale con Gesù nella prospettiva di non camminare da soli, ma di portare una moltitudine di fratelli insieme a noi nella partecipazione alla vita della Chiesa.

† Alberto