Nubifragio ‘mordi  e fuggi’ nella calura di luglio

Nella settimana in esame, l’evento che ha rotto gli schemi dell’andamento meteo è stato il temporale – nubifragio di metà mattina di giovedì 13. Vuoi perché neppure previsti, sfuggiti alle ‘maglie’ di tutti i modelli fino all’ultimo, i fenomeni di una certa entità erano attesi su Alpi, Prealpi e alte pianure a nord del Po, non sull’Appennino e poi nel versante ligure-tirrenico: al più, era lecito attendersi dei piovaschi e della nuvolaglia irregolare, del vento dal mare in rinforzo.
Al contrario, la ‘baruffa’ si è estesa oltre; perciò, dopo i torridi giorni a cavallo di prima e seconda decade, il cielo è andato ospitando nubi sempre più organizzate e basse martedì 12, mentre l’aria da asciutta si è fatta più umida e il caldo più afoso, anche se in parte mitigato dal vento.
L’atmosfera torbida della serata ha fatto presagire una notte poco gradevole, così come è avvenuto: all’alba del 13, infatti, le temperature minime non sono scese sotto i 22°C, valori estremamente rari un tempo dalle nostre parti.
Qualcosa di ‘grosso’, però, stava già ribollendo tra la costa ligure e le alte valli piacentine e parmensi. Trascorsa un’ora di… ripresa di oscurità, ché pareva voler tornare notte, e dopo il transito di un primo, forte, ma veloce temporale da ovest verso est sulla Cisa, una seconda e più attiva cella temporalesca si è proposta seguendo la stessa rotta dallo Zerasco e dal Guinadese, dirigendosi verso il fondovalle pontremolese e poi sul resto della media e alta Lunigiana.
Le nubi minacciose, in un cielo divenuto una trama di cumulonembi che si contorcevano quasi a voler lasciare il loro contenuto con più violenza, si sono ben presto trasformate in un unico e grigio schermo percorso da intensi rovesci di pioggia trasportati dal vento rabbioso.
Poca la grandine, per fortuna, che si è sentita distintamente colpire le superfici nella prima fase del temporale.
Il tutto, a Pontremoli, si è risolto dalle 9,50 entro la mezz’ora successiva, cessando la fase massima della meteora alle 10,20.
Diverse le località sottoposte, per alcuni minuti, a intensità di pioggia degne dei più violenti nubifragi, ma fortunatamente durate, come picco estremo, solo due-tre minuti; il resto della precipitazione, pur sempre a diluvio, si è tenuta su livelli meno estremi evitando l’occorrenza di criticità, peraltro dovute, in questo frangente, più alle potenti raffiche di vento (fino a 90-100 km/h) scatenatesi nella fase iniziale del temporale, quando folate di aria fresca si sono abbattute dalle nubi al suolo come magli.
A parte qualche albero volato giù a ingombrare le strade, la vicenda si è risolta entro mezzogiorno.
La buona dose d’acqua piovana ha costituito una discreta annaffiata di orti e giardini e ha dato modo alla vegetazione in generale di rinvigorirsi: l’ultima bella pioggia risaliva al 30 giugno.
Certo, sarebbe stato meglio che l’apporto si fosse distribuito lungo la giornata anziché concentrarsi in una mezz’ora: nel pomeriggio, col cielo tornato sgombro, le temperature hanno conquistato i 29-30°C di massima, quando a metà mattina, alle 10:30, appena passato il temporale, erano crollate fino a 16-17°C, ritoccando le elevate temperature minime della notte.
In quei 20-30 minuti di buriana, i pluviometri hanno raccolto anche più di 50 mm di pioggia: vale a dire, tutta l’acqua di luglio in un lasso di tempo così limitato! Il tempo si è velocemente rimesso fin dal 14 con il prosieguo di un assolato week-end a base di notti piuttosto fresche e ore diurne molto calde, queste ultime, però, ventilate e asciutte.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni