Il Vescovo fra’ Mario “Fratelli perché tutti figli di un unico Padre”

L’omelia al pontificale in concattedrale a Pontremoli per la 56.ma Giornata mondiale della Pace

Il vescovo fra’ Mario in Concattedrale a Pontremoli

Domenica 1° gennaio il vescovo fra’ Mario Vaccari in concattedrale a Pontremoli ha celebrato il Pontificale nella ricorrenza dell’Ottava di Natale, solennità di Maria SS. Madre di Dio e primo giorno dell’anno civile. Concelebranti il parroco p. Dario Ravera e l’attuale coadiutore don Alfonso; animazione dei canti curata dalla Corale “Santa Cecilia”. Una giornata che, ha esordito il vescovo nell’omelia, invita a riflettere sul senso del tempo, in particolare al termine di un anno civile nel corso del quale il tempo stesso ci è apparso “stretto o, viceversa, è sembrato non passare mai”. “La liturgia, invece, ci abitua a un senso diverso del tempo, in particolare questo brano dal libro dei Numeri, che riguarda la benedizione che Mosè ha impartito agli Israeliti”. Con la sua benedizione, Dio ‘dice bene di noi’ e ci mostra il suo “volto di amore, ci promette la sua grazia, la sua misericordia e soprattutto il dono della pace”. Allora, “il tempo diventa un tempo di salvezza che ci viene donato per compiere il disegno di salvezza che Dio ha previsto per l’umanità”.

Fra’ Mario ha poi ripercorso i momenti salienti del racconto del Natale presenti nel vangelo di S. Luca. Così il Figlio di Dio entra nella nostra umanità e la liturgia “ci fa vivere il Natale come il mistero di un Figlio di Dio che diventa Figlio dell’uomo e viene a condividere la nostra carne”. ‘Il Verbo si fece carne’: “proprio quel Verbo attraverso cui sono state create tutte le cose… è venuto a condividere la vita dei più poveri perché ‘non c’era posto per loro nell’albergo’ ed è stato adorato dai pastori, che erano personaggi un po’ discutibili in quel tempo”.
Il Vescovo fra’ Mario in Cattedrale a Massa

“Oggi celebriamo Maria come Madre di Dio; un titolo veramente grande. Non ci rendiamo conto fino in fondo di quanto grande sia e soprattutto di come sia stato possibile che in 4 secoli circa, i cristiani siano arrivati a determinare questo dogma: che Maria, una donna appartenente come noi al genere umano, possa generare Dio”. Maria, ha ricordato fra’ Mario, è vicina a noi, è stata una di noi; per questo è in grado di aiutarci “a fare nostra questa grazia che viene dal cielo, questa incarnazione del figlio di Dio che vogliamo accogliere nella nostra vita”. E lo fa insegnandoci un metodo semplice ma difficile nello stesso tempo. “Innanzitutto – ha spiegato il vescovo – Maria è molto attenta a quello che accade nella sua vita ma anche nella vita di chi le sta intorno… è molto attenta alla Parola di Dio, che mette sempre insieme agli eventi che le accadono”.

“Maria è donna spirituale, e tutti dobbiamo stare alla sua scuola e chiederle intercessione” perché la Parola, messa a confronto con gli eventi che a volte ci travolgono, possa davvero aiutarci a trovare il senso di quello che stiamo facendo. Dio ci mette a disposizione un tempo nuovo perché anche noi possiamo accoglierlo e convertirci. E chi lo accoglie, come dice Giovanni, diventa Figlio di Dio e “in lui opera lo Spirito Santo, proprio come in Maria, e in lui si genera Dio; proprio come Maria ha generato Gesù, anche nella nostra vita possiamo generare Gesù. Diceva S. Francesco che attraverso le buone opere noi generiamo il Figlio nella nostra vita”.
Infine, una riflessione sul messaggio del Papa per la Giornata della pace; un messaggio “molto forte… un impegno non facile perché viviamo un tempo in cui, per la pandemia, abbiamo imparato a non bastare più a noi stessi perché siamo tutti sulla stessa barca; ma anche un tempo in cui viviamo nuovamente la guerra sempre più vicina a noi e che potrebbe coinvolgerci e già ci coinvolge nei nostri fratelli non troppo distanti da noi”. La pace, ha sottolineato fra’ Mario, deve essere costruita attraverso il fare insieme le cose: “anche se siamo diversi e su posizioni ideologiche diverse siamo fratelli, tutti figli di un unico Padre. Il Papa insiste molto su questa fraternità da costruire giorno per giorno proprio con le persone più lontane e questo ci costa perché ci fa uscire dai nostri mondi chiusi per aprirci, nel dialogo e nella riconciliazione, a un mondo diverso”. 
Un messaggio, quindi, legato al Natale e soprattutto alla Madre di Dio, Regina della pace, proprio perché lei ci insegna il metodo per accogliere Gesù nella nostra intimità, nel nostro cuore, nell’intimo, anche, delle nostre comunità.             
 
(a.r.)