La lapide per il partigiano arrivato dalla Georgia

Una cerimonia solenne per onorare Giorgi Bokuchava, morto a Teglia il 26 marzo 1945

Il momento dello scoprimento della targa da parte del sindaco Jacopo Ferri e di Sopo Kartsivadze, incaricata d’Ambasciata georgiana (Foto Walter Massari)
Il momento dello scoprimento della targa da parte del sindaco Jacopo Ferri e di Sopo Kartsivadze, incaricata d’Ambasciata georgiana (Foto Walter Massari)

Una cerimonia semplice ma solenne, carica di significati, per dare il giusto onore a chi, ormai 77 anni fa, scelse, nonostante fosse lontano dalla sua patria, di sacrificare la propria vita per gli ideali universali di libertà e di pace. È quella che si è svolta sabato mattina nel piccolo cimitero della frazione pontremolese di Teglia dove riposa dal 1945 un partigiano giorgiano di 23 anni, Giorgi Bokuchava, caduto qui il 26 marzo in un’azione alla centrale idroelettrica. Un partigiano di cui, fino a poco tempo fa, si ignorava anche il nome ma che la comunità di Teglia ha continuato ad onorare lasciando intatta la tomba che ricorda a tutti che lì riposa un “soldato russo ignoto”. Il velo di mistero è stato eliminato di recente con la pubblicazione del libro “Pietre di Libertà” a cura dell’Anpi Pontremoli e Zeri e dell’Istituto Storico della Resistenza Apuana.

Un segno di rispetto che, il presidente dell’Anpi, Paolo Bissoli ha immaginato si sia creato tra le madri italiane e russe “sulla tomba del partigiano Giorgio (così il suo nome di battaglia che i compagni gli hanno dato italianizzando il suo vero nome) non sono mai mancati fiori, penso che le madri del nostro territorio hanno compiuto questo gesto anche sperando che, sul fronte russo, altre madri compiessero quell’identico segno d’amore e di ricordo nel confronto dei loro figli dispersi nella campagna di Russia”. E il sindaco Ferri ha ricordato l’emozione “nel ricordo di chi ha compiuto gesti così importanti arrivando anche al sacrificio supremo per regalarci oggi la libertà. Un’emozione che, se possibile, è oggi ancora più forte nel pensiero che il partigiano che onoriamolo lo ha fatto per una terra che non era la sua”.

Una commozione che è stata palpabile al momento della scoperta della targa, effettuata dal sindaco e da Sopo Kartsivadze, incaricata d’Ambasciata georgiana, presenza che testimonia come in quel momento la Georgia fosse unita nel ricordo di quel suo figlio disperso e ritrovato dopo tanti anni. Hanno tracciato un ricordo del partigiano e del percorso di riscoperta della sua figura Caterina Rapetti (Anpi Pontremoli) e Pierpaolo Ianni (Dottore di ricerca – ISRA). Un lavoro di ricerca fatto con il confronto con i testimoni viventi della popolazione locale e con l’esame degli archivi storici. Con ogni probabilità Giorgi Bokuchava era un soldato dell’Armata Rossa, catturato dai tedeschi durante l’invasione nazista della Russia. Arrivato in Italia con i tedeschi era quindi riuscito a scappare unendosi ai partigiani della “Val di Vara” distinguendosi subito per coraggio, valore e altruismo tanto da essere scelto per azioni di grande responsabilità. Il 26 marzo 1945 guidava un gruppo di partigiani incaricati di prendere il controllo della centrale idroelettrica di Teglia, ma mentre trattava in prima persona la resa del presidio venne ucciso. Il suo corpo venne sepolto di nascosto nella notte del 29 marzo e da allora lì è rimasto. Padre Andria Latsabidze, parroco georgiano, accompagnato da tre rappresentanti del coro della sua parrocchia (che hanno intonato l’inno nazionale georgiano e alcuni canti patriottici) ha ringraziato tutte le autorità e chi si è impegnato per questo opera di ricerca che testimonia il legame tra il popolo italiano e quello georgiano. Alla cerimonia erano presenti molte autorità civile, religiose e militari, tra cui i sindaci Mulazzo e Filattiera, Claudio Novoa e Annalisa Folloni, e la vicepresidente della Provincia Elisabetta Sordi. (r.s.)