La struttura, abbandonata ormai da oltre tre decenni, è recentemente ritornato agli onori della cronaca tra l’ipotesi di abbattimento e quella di una sua ristrutturazione

è ritornato di attualità il dibattito sulla sorte del Cinema Ideal di Monzone. Se ne era discusso a lungo già prima delle ultime elezioni comunali, quando l’Amministrazione del sindaco Paolo Grassi aveva preso la decisione di abbatterlo per creare una piazza articolata in aiuole e spazi per attività sociali e ricreative, utilizzabili anche dalle vicine scuole. Il progetto era stato ripreso e condiviso dal sindaco Gianluigi Giannetti, il quale, però, di fronte alle perplessità manifestate da molti monzonesi, ma non solo, favorevoli ad un suo recupero come cinema e come struttura polivalente, considerata anche la disponibilità dei proprietari a donarlo al Comune, aveva preso tempo, dirottando il finanziamento per eseguire l’opera, di circa 140.000 euro, sulla pavimentazione del borgo storico “Il Ponte” del paese. Aveva anche preannunciato una consultazione degli abitanti di Monzone, prima della deliberazione definitiva sul da farsi. A oltre quasi tre anni di distanza la questione non ha fatto alcun passo in avanti, sono, invece, degradate le condizioni dell’edificio, la cui costruzione risale al 1956, a seguito di un’idea di Pelli Bengasi, per lunghi anni, dal dopoguerra al 1972, vulcanico consigliere e assessore comunale, apprezzato dalla gente per la sua costante ed attiva presenza su tutte le problematiche, in particolare, della Valle del Lucido. Da oltre tre decenni la struttura non ha ospitato nessuna attività e oggi è oggetto di lamentele, specialmente da parte di chi vi abita vicino, per la caduta di calcinacci, per l’ospitalità che offre a qualche roditore e perché, malridotta, è un pugno nell’occhio a vedersi.

Questo stato di cose è messo in evidenza anche da Mauro Boni della “Lega Salvini” di Fivizzano, che non assume una posizione precisa sul suo destino, piazza o recupero, rimproverando, però, all’Amministrazione di non essersi occupata a dovere del problema, risolvibile, a suo giudizio, con i fondi statali del PNNR. Dello stesso tenore, per i tre anni di “silenzio amministrativo”, è anche il comunicato di Vittorio Marini di Forza Italia. Certo delusi sono, poi, quei cittadini, che, senza marchio di appartenenza politica, in questi anni si sono adoperati con la proprietà per la donazione al Comune del cinema, nella prospettiva della sua ristrutturazione, intravedendovi il recupero, per molti abitanti del luogo, di una tradizione e di tanti ricordi, ma, soprattutto l’occasione e il luogo per invogliare, specialmente i giovani, a promuovere eventi sociali, scolastici, culturali, di spettacolo, di divertimento. Una piazza giardino potrebbe anche star bene in quel luogo, certo non offrirebbe alcun stimolo ad organizzare incontri ed eventi, a richiamare l’attenzione dei giovani per mettere in piedi qualche bella iniziativa, capace di trattenerli a fare qualcosa per il loro paese, mentre ora ogni occasione è buona per disperderli per ogni dove. Stanno perdendo il senso di appartenenza alla loro comunità. Ne è testimone il calcio, che vede giocatori del paese impegnati in squadre di altre località, non certo di altissimi livelli, mentre fino a qualche anno fa i giovani facevano di tutto per avere un ruolo nell’U.S. Monzone, se del paese, o di altre Società, se di quel luogo. Qualcosa di più un locale polivalente potrebbe offrire, specialmente ai giovani, rispetto ad una piazza, pur bella e men che meno adibita a parcheggio, visti i numerosi posti macchina disponibili a Monzone, nel raggio di 100 metri dal centro . Opinioni di questo tipo e le più disparate ipotesi di utilizzazione di un cinema ristrutturato, come, ad esempio, quella di ospitare, “stazioni di smart working”, in questi ultimi giorni, se ne sono lette numerose sui social, per la maggior parte, secondo chi le ha seguite, favorevoli al recupero rispetto a quelle schierate per l’abbattimento. Anche a Fivizzano si sente parlare spesso di ridare vita al Teatro degli Imperfetti, di proprietà privata. è difficile, se non impossibile, sentire levarsi una voce dubbiosa. Per tutti questi motivi è improrogabile una presa di posizione definitiva da parte dell’Amministrazione, qualunque essa sia, non esclusa quella di lasciare campo libero ad eventuali interessi di privati cittadini.

Andreino Fabiani