Da Apella l’invito a lavorare in Lunigiana con lo smart working

L’iniziativa “Apella Happy Office” lanciata da Barbara Maffei

Tra tutte le rivoluzioni attese per il futuro a cui la pandemia ha dato un’imprevista accelerata, quella dello smart working è senz’altro ai primi posti. La necessità di “lavorare da casa” per la problematica sanitaria, ha fatto scoprire che in molti lavori ormai non è più necessaria la presenza in ufficio. Questo apre la strada alla possibilità di scegliere di vivere o magari semplicemente soggiornare più a lungo, fuori città. D’altronde l’Italia vanta luoghi stupendi, a poca distanza dalle grandi metropoli, ma immerse nel verde. Tra questi luoghi c’è senza dubbio anche la Lunigiana e non a caso Barbara Maffei ha lanciato il progetto “Apella Happy Office” promosso dall’agriturismo Montagna Verde che sta lavorando per creare una vera e propria rete di servizi per i nomadi digitali, che possa sostenere l’economia locale all’insegna del viaggio come stile di vita. “L’idea mi è venuta osservando mio marito – ci confessa con un sorriso la Maffei – che in questi mesi ha continuato il suo lavoro che prevede contatti con varie zone del mondo. Lo ha potuto fare restando in casa e potendo ammirare dalla finestra il castagneto e il verde circostante. Una bella fortuna che ho pensato possa essere il caso di replicare anche per i turisti e per chi vuole soggiornare in Lunigiana”. Chiaramente per poter offrire questo servizio alla base ci vuole una buona connessione internet, aspetto a cui la Maffei ha dovuto provvedere in maniera autonoma contattando un gestore privato, dimostrando, per l’ennesima volta, l’estremo ritardo che la Lunigiana ha su questa tematica “senza dimenticare le difficoltà dei collegamenti telefonici, che soprattutto questo inverno ci hanno davvero creato molteplici problemi”.

Barbara Maffei nel suo agriturismo "Montagna verde" di Licciana Nardi
Barbara Maffei nel suo agriturismo “Montagna verde” di Licciana Nardi

Ma tutto questo viene messo da parte pensando all’offerta di “dopo lavoro” che il territorio offre: passeggiate in campagna, escursioni a piedi, a cavallo o in e-bike, visite guidate, degustazioni “Il nostro piccolo borgo e i suoi castagneti potranno divenire un ufficio, per chi è in smart working, ma ha necessità di viaggiare per lavoro, con una adeguata dotazione wi-fi e tutti i confort di un vero ufficio. E poi terminato il lavoro c’è la possibilità di godersi la natura e le bellezze del territorio”. Senza dimenticare che, quando sarà passata questa terribile pandemia, “sono stati allestiti spazi di coworking, in un cui si può condividere un ambiente di lavoro, mantenendo un’attività indipendente”. C’è già molto coinvolgimento per questa iniziativa che, dovrebbe divenire operativa dalla fine di aprile, sempre Covid permettendo: “sì, soprattutto attraverso i canali social c’è stato molto interesse. Anche perché la Lunigiana ha anche l’indubbio vantaggio di essere comunque vicina alle grandi città come Milano, Genova, Firenze da cui sono arrivate le principali richieste. Perché se un giorno c’è bisogno di recarsi in ufficio in un paio d’ore lo si riesce a raggiungere”. La Maffei si rivolge soprattutto a chi ha in mente una permanenza a tempo determinato “che può andare da un anno alla semplice settimana” mentre l’iniziativa, di cui abbiamo parlato alcuni mesi fa, da parte dell’associazione “Farfalle in Cammino” ha l’obiettivo più di puntare sull’attrarre in maniera stabile “sì ci rivolgiamo a due tipologie di utenti diversi ma l’obiettivo è lo stesso. Far conoscere e rivitalizzare la Lunigiana”.

(Riccardo Sordi)

L’impegno del Parco dell’Appennino

Il presidente del parco dell'Appennino Tosco Emiliano, Fausto Giovanelli
Il presidente del parco dell’Appennino Tosco Emiliano, Fausto Giovanelli

L’idea partita dal borgo di Apella ha trovato l’appoggio del Parco Nazione dell’Appennino Tosco Emiliano che sulla scia dell’iniziativa della Maffei ha messo in cantiere il progetto “Sustainable smarts-co-working” (Sscw) da realizzarsi nei centri visita della Riserva della biosfera. L’emergenza dettata dal coronavirus, spiega il presidente del Parco, Fausto Giovanelli, “sta ridisegnando modi e stili di vita, dall’ambito medico a quello sociale, da quello economico a quello lavorativo. L’incredibile impulso dato allo smart working insegna che le distanze possono essere abbattute”. La pandemia, prosegue Giovanelli, “impone agli operatori del turismo di modificare le proprie strategie. La crisi dei mercati stranieri e dei prodotti turistici classici può in parte essere compensata dallo sviluppo del turismo di chi intende lasciare, anche solo temporaneamente, luoghi densamente urbanizzati e popolati per rigenerarsi, anche lavorando, in luoghi decentrati e magari meno impersonali delle aree metropolitane”. (i.f.)

 

 

Un’occasione storica da non perdere

Lo smart working sta offrendo alla Lunigiana un’occasione storica, quella di poter puntare ad un progressivo ripopolamento degli spazi rurali, soprattutto in quei borghi dove ora non c’è più nessuno o quasi. È facile capire il perché: tranquillità assoluta, splendidi panorami, aria pulita, nessun assembramento, basso costo degli immobili e possibilità di vivere in mezzo alla natura, tra spazi aperti, giardini e orti che in città sarebbero impensabili. Ora che sta cominciando a cambiare il paradigma che non bisogna spostarsi dove c’è il lavoro ma che si può scegliere il luogo in cui vivere, per la Lunigiana si apre un’occasione irripetibile. A fronte di questo, si deve segnalare che ancora una volta è l’iniziativa di un’imprenditrice privata a provare a cogliere questa opportunità storica mentre enti ed amministrazioni pubbliche seguono (quando lo fanno) con un ritardo abissale. Eppure, lo si sta vedendo, il tempo incalza e appena si uscirà dalla pandemia le possibilità offerte dallo smart working diventeranno sempre più concrete. Per la Lunigiana c’è quindi un salto culturale da fare, ad esempio portando i servizi dove sembra non ce ne sia bisogno, immaginando che i servizi siano un investimento sociale per attrarre persone. Migliorare la viabilità, portare la fibra anche nelle piccole frazioni sono solo alcuni dei passi da fare. È una sfida da cui può davvero dipendere la rinascita futura della Lunigiana. (r.s.)