
Soprattutto per interruzioni di energia elettrica agli impianti. Un fulmine sul Monte Giogo

La settimana che va a conclusione ha concesso una tregua alla lunga ondata di brutto tempo che si è protratta dai giorni precedenti il Natale al 10 gennaio. Dunque è stato possibile stendere un primo bilancio di quanto è accaduto e dei disagi patiti dalla popolazione non solo per le comunicazioni stradali ma anche per quelle relative all’erogazione di energia elettrica e al traffico telefonico e di dati. Sulla parte elettrica ci sono stati pesanti disservizi in alcune zone della nostra regione; la notte del temporale prenatalizio si contavano in Toscana 40.000 utenze scollegate, concentrate soprattutto nella Garfagnana. In Lunigiana i disservizi elettrici si sono avuti soprattutto nello zerasco con un centinaio di utenze non servite. La parte di telefonia mobile è stata quasi ovunque coinvolta per la prolungata mancanza di energia elettrica; sul Monte Giogo (al quale dedichiamo un ampio servizio a pag. 15) la situazione è stata più grave a causa del fulmine che ha distrutto l’impianto di Wifi Communication di Aulla, unico operatore internet presente su quella vetta.

Ci sono volute 24 ore per riparare il danno visto che la strada era impraticabile per la grande quantità di neve caduta e allo sgombero della quale l’operatore lunigianese ha dovuto provvedere in proprio. Sempre sul Monte Giogo c’è TIM come unico operatore di telefonia che serve tutto il territorio di Comano e una buona metà di quello di Licciana; la scarica del fulmine ha provocato un disservizio che ha interessato potenzialmente tutti i circa 700 abitanti di Comano e almeno un migliaio di Licciana. Comunità che hanno lamentato una settimana di black out con alcuni momenti di funzionamento non ottimale: una situazione che ha avuto ampia risonanza sui mezzi di comunicazione e che è finita sui tavoli istituzionali di numerosi enti, da quelli locali a quelli regionali. Il lungo periodo di maltempo caratterizzato da importanti precipitazioni di neve con accumuli che non si registravano da decenni hanno provocato disagi ovunque e altri disservizi diffusi a macchia di leopardo un po’ in tutta la Lunigiana dipendenti quasi ovunque dalla mancanza di energia elettrica che alimenta i ripetitori. Tra questi non solo gli impianti di telefonia e internet, ma anche quelli di comunicazione di Vigili del Fuoco, Carabinieri e Protezione Civile: il black out sul Monte Giogo con l’impossibilità per giorni di poter accedere alla vetta per il mancato sgombero della neve nell’ultimo tratto di strada poteva provocare conseguenze molto serie nel caso si fosse verificato in Lunigiana un evento grave. Basti pensare che cosa potrebbe significare ritrovarsi in un’emergenza per alluvione o terremoto con l’impossibilità di utilizzare sia le reti telefoniche mobili sia quelle radio.
Stefano Gaffi
Acquistato una ventina di anni fa per lo sviluppo delle piste da sci ha vissuto alterne vicende
Crolla il “Pala Zum” a Zeri

Tra i danni provocati dal maltempo e, in particolare, dalle abbondanti nevicate cadute quasi ininterrottamente per due settimane, ha destato interesse anche dei mezzi di comunicazione regionali la notizia del crollo del tetto del “Pala Zum” nell’area sciistica dei Due Santi. Si tratta di un edificio prefabbricato acquistato una ventina di anni fa e installato nell’area dove sorgeva il rifugio Cinghiale: un investimento cospicuo che voleva dotare gli impianti sciistici di Zeri di una struttura sportiva e ricreativa coperta di circa mille metri quadrati. In realtà il “Pala Zum”, nonostante la cifra spesa, non era mai decollato. Tra alterne vicende e tentativi di rilancio era rimasto sempre più ai margini dell’attività di una stazione sciistica spesso in difficoltà a causa della mancanza di neve. La scorsa settimana il cedimento: il crescente peso della neve accumulatasi nei giorni sul tetto alla fine ha provocato il crollo dello stesso. Nell’area sono stati misurati anche oltre due metri di manto bianco: difficile raggiungere il piazzale, ancora di più sgomberare la strada e mantenerla pulita e libera dal ghiaccio. Proprio questo ha rappresentato il rischio maggiore nei giorni e nelle notti di cielo sereno che sono seguiti al lungo maltempo. Nell’immagine il crollo del “Pala Zum” a Zeri