“Una Chiesa a servizio del Vangelo e della gente”

Verso l’Assemblea diocesana di Ac

azione cattolicaCome già annunciato, l’11 e il 12 febbraio prossimi si terrà la X Assemblea diocesana elettiva dell’Azione Cattolica, dal titolo “Vivere la gioia di Cristo per condividere il coraggio e la fatica di essere compagni di strada”. Due saranno i momenti che scandiranno i lavori assembleari: sabato 11, alle 15,30 nella Camera di Commercio a Carrara, ci sarà il VII Convegno “Mons. Taliercio”, dove, in un incontro pubblico, interverranno l’Arcivescovo di Campobasso-Boiano, mons. Giancarlo Bregantini, il direttore del quotidiano “Avvenire”, Marco Tarquinio, e il Vescovo di Livorno, mons. Simone Giusti. Domenica 12 si svolgeranno gli adempimenti assembleari nei locali della chiesa della Filanda di Aulla. Per seguire la preparazione dell’Assemblea è stato inoltre attivato anche un profilo Facebook (X Assemblea Diocesana AC MS). Abbiamo chiesto al presidente diocesano, Carlo Delmonte, una riflessione sul triennio associativo che si va concludendo e uno sguardo su alcune prospettive future, soprattutto dopo il Convegno Ecclesiale di Firenze, sia per l’Ac e per la Chiesa locale.

 

Azione Cattolica: intervista al presidente diocesano Carlo Delmonte in vista dell’importante appuntamento associativo

È possibile stilare un primo bilancio per l’Associazione diocesana?
“Non si può negare la difficoltà con cui in questi anni si è vissuta l’esperienza associativa in diocesi, come nel resto di Italia. È una difficoltà dell’associazionismo in genere, oltre che di quello ecclesiale, che credo derivi dal vivere in un mondo in cui l’individualismo e il relativismo la fanno da padrone. Lo sforzo di questi anni è stato quello di riscoprire questa vocazione particolare dell’essere chiamati ad agire ‘a guisa di corpo organico’, a vivere e testimoniare una Chiesa che è comunione, per essere oggi dei credibili discepoli-missionari”.

Avendo come riferimento l’Evangelii Gaudium e la prospettiva delle “5 Vie” indicate dal Convegno Ecclesiale di Firenze, come risponde l’Ac alla sua missione di portare il Vangelo nei luoghi ordinari della vita?
“La prospettiva dell’Ac è quella di rilanciare il sogno delineato da Papa Francesco di una Chiesa portatrice di gioia e di speranza per l’uomo di oggi, una Chiesa che si fa sempre più compagna di strada delle persone. La presenza dell’Ac continuerà ad essere quella del gruppo parrocchiale o interparrocchiale, che è il momento fondamentale dove vivere l’esperienza associativa e una vera esperienza di Chiesa attraverso i tre pilastri della Catechesi-Liturgia-Carità. Sentiamo come primo impegno missionario quello della formazione integrale della persona, inoltre pensiamo che mai come oggi ci sia bisogno di una ‘Chiesa giovane’, dove i giovani si sentano accolti e protagonisti, liberi e accompagnati nel cammino della fede e della vita. Penso anche alle tante esperienze di Ac, un modo di testimoniare concretamente una Chiesa in uscita: i campiscuola diocesani, il ‘Presepe vivente interattivo’, l’impegno in collaborazione con il CSI nei luoghi di aggregazione per giovani e famiglie come la Colonia ‘Il Fortino’ o il Centro giovanile “S. Carlo” a Massa, oppure la testimonianza di uno stile di vita alternativo possibile come l’impegno di diversi soci per la bottega di ‘Mondo solidale’ o nei Gruppi di acquisto solidale”.

L’Ac quest’anno festeggia i 150 anni di vita, che saranno celebrati il prossimo 29 aprile in piazza San Pietro con Papa Francesco.
“Se dopo 150 anni l’Ac è ancora l’associazione di laici più grande nella Chiesa è senz’altro per opera dello Spirito che agisce in tutti. Stiamo organizzandoci per dare la possibilità ai soci e simpatizzanti di partecipare all’incontro col Papa e testimoniare così il desiderio immutato in questi 150 anni: quello trasmettere il Vangelo e lavorare per la santificazione degli uomini. Infatti, come associazione radicata profondamente nella vita della Chiesa e nel tessuto della società civile, l’Ac è una autentica e completa esperienza umana e cristiana. Questo dice la nostra storia, questo la rende una scuola di santità, come ne sono testimoni i numerosi santi e beati che ne provengono”.

(df)