Sanità in Lunigiana, tante criticità ma con la voglia di trovare soluzioni

Grande partecipazione di esperti e cittadini che si sono confrontati in sette tavoli tematici, al castello di Terrarossa di Licciana Nardi, al convegno organizzato dalla SdS

Uno dei tavoli tematici del convegno a Terrarossa
Uno dei tavoli tematici del convegno a Terrarossa

Sabato 25 gennaio si è svolto, nel castello di Terrarossa, l’incontro promosso dal Consorzio Società della Salute Lunigiana per gettare le basi del PIS (Piano Integrato di Salute) 2020/22. Il PIS è lo strumento di programmazione che, In sintonia col principio fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, “La salute non è solo assenza di malattia, ma un completo stato di benessere fisico, mentale, sociale”, e alla luce di una dettagliata analisi dei bisogni, contiene il complesso delle iniziative e dei servizi volti al miglioramento dello stato di salute e della qualità della vita della comunità, in questo caso lunigianese. Erano presenti, oltre la struttura organizzativa della SdS, tutti gli enti interessati, i sindaci dei Comuni, i rappresentanti delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni di promozione e di cooperazione sociali, del terzo settore, del sindacato, della Consulta e del Comitato di partecipazione della SdS, perché il PIS richiede il coinvolgimento di tutti nella definizione dello stato di salute del territorio. Nel documento conclusivo, una volta approvato dagli organi competenti, saranno indicate le strategie da utilizzare per favorire corretti comportamenti di stili di vita per la salute, per contrastare le patologie più importanti, per promuovere l’uso appropriato dei servizi sanitari e sociali.

Il pubblico presente
Il pubblico presente

Il metodo di lavoro utilizzato nella mattinata è stato quello della suddivisione dei partecipanti in sette gruppi tematici, guidati da esperti e funzionari dei vari settori: Stili di vita, Lavoro, Rapporto ospedali-territorio, Famiglia, Dipendenze –emigranti –disabilità, Partecipazione, Salute. Ciascun gruppo ha prodotto e presentato all’assemblea una relazione riassuntiva del tema trattato, evidenziando le “cose che vanno bene” e quanto potrebbe andar meglio, sostenuto da proposte concrete di grande interesse e qualità (sulla prevenzione, sulla necessità di sburocratizzare, sulla viabilità, sulla comunicazione, sull’attenzione per i piccoli paesi,…..). L’incontro è stato concluso dagli interventi del presidente della SdS Riccardo Varese, del presidente dell’Unione dei Comuni Roberto Valettini, dalla direttrice Rosanna Vallelonga, alla quale è andato il riconoscimento unanime del prezioso lavoro che sta portando avanti, garantendo nel tempo un alto livello nei servizi resi alla comunità, tanto che il buon funzionamento della Società della Salute della Lunigiana viene spesso portato ad esempio. Così sarà anche per il prossimo anno, come lascia intendere il bilancio di previsione approvato da tutti i Sindaci il 12 dicembre 2019, un bilancio di oltre 12 milioni di euro, di cui 5.921.000 destinati all’area gestionale sanitaria, 4.855.000 all’area gestionale sociale, 1.240.000 alla non autosufficienza.

Andreino Fabiani

I principali punti emersi nei tavoli tematici…

Ad essere messe in evidenza sono state le criticità, rappresentate da una burocrazia asfissiante, da un servizio di trasporto pubblico che penalizza la Lunigiana e dalla carenza di determinate figure professionali in ambito assistenziale, ma anche punti di forza come il sistema formativo presente sul territorio e le competenze nell’offerta delle cure palliative a domicilio nel fine vita. E ancora, in materia di prevenzione, è venuta a galla l’esigenza di potenziare i centri giovanili e i luoghi di aggregazione, senza dimenticare le campagne vaccinali, l’Attività Fisica Adattata (per la quale la Lunigiana è ai primi posti nella Regione Toscana), l’ambiente e la qualità delle acque dei nostri fiumi, a tutela delle quali occorre sensibilizzare le Amministrazioni pubbliche con campagne informative mirate sui prodotti chimici utilizzati negli orti. Evidenze allarmanti, poi, sono emerse dal tavolo sulla famiglia: da qui la necessità di spazi per favorire le reti relazionali delle famiglie e rafforzare il senso di comunità, attraverso la costituzione di gruppi di confronto interfamiliari e interventi di sensibilizzazione. Inoltre, assieme alla necessità di una mappatura di tutte le associazioni presenti sul territorio al fine di creare una rete territoriale comunitaria, si pone la realizzazione di punti di ascolto, che facciano da contenitore anonimo delle proposte dei cittadini.