
Gli abitanti del Piagnaro lamentano una serie di manchevolezze da parte dell’Amministrazione Comunale

Sorpresa (in parte annunciata) e delusione per quanti si sono riuniti, lunedì scorso, davanti all’oratorio di S. Ilario, ai piedi del castello del Piagnaro, per dare degna conclusione alla giornata di devozione al santo patrono di Parma, venerato da tempo immemorabile anche a Pontremoli. Come già scriviamo qui, da qualche anno un gruppo di abitanti dell’antico borgo che si snoda dalle piazze fin quasi alla cima del colle, aiutati da altri volenterosi, avevano dato nuovo vigore alla tradizione del falò in onore del santo. Per questo motivo, chi era già in loco per partecipare alla S. Messa e chi era invece interessato solo allo spettacolo delle fiamme, si sono radunati, attorno alle 18, fiduciosi di veder svettare quelle fiamme stesse. Un’attesa vana perché l’esigua pira predisposta già lasciava intendere ce qualcosa non andasse secondo logica.

Poi, il continuo rinvio dell’accensione e, infine, l’annuncio dei motivi della protesta alla base della rinuncia. In poche parole e limitandoci all’arido elenco, i residenti del Piagnaro – non da oggi – lamentano lo stato di abbandono in cui è lasciata la zona. Si va dalla pulizia alla manutenzione della strada che, entrambe, lasciano a desiderare, alle condizioni in cui versa il tratto di strada (da tempo impraticabile) che fiancheggia l’oratorio con il muro di contenimento crollato e la terra a ridosso dell’edificio, al piazzale antistante l’oratorio, spesso allagato a causa dell’ostruzione del tombino di scolo. Solo alle 19, davanti a pochi spettatori, comunque plaudenti, il mini-falò è stato innescato per il rispetto della tradizione… e del santo! (a.r.)