Il card. Krajewski, “È stato un gesto  di umanità”
Il card. Krajewski con Papa Francesco
Il card. Krajewski con Papa Francesco

La notizia; prima ha chiamato Prefettura e Comune, per far riattivare la corrente nello stabile occupato nel centro di Roma; poi sabato scorso, non ricevendo risposta, il card. Krajewski con le sue mani ha riallacciato i contatori per ridare l’energia elettrica agli appartamenti dove vivono poco più di 400 persone, tra cui un centinaio di minori, rimasti senza acqua calda, né luce dal 6 maggio.
Così l’elemosiniere di Papa Francesco, card. Konrad Krajewski, è salito in modo inatteso agli onori della cronaca. Merito suo, senza dubbio, ma anche merito dell’onnipresente ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha subito commentato da par suo il gesto: “È un periodo strano questo: se occupi un palazzo ti pagano la bolletta, se sei artigiano o Pmi nessuno ti dà una mano a pagare il mutuo”, aggiungendo che il Vaticano dovrebbe pagare tutte le bollette inevase.
Sarebbe fin troppo facile dare addosso a chi ritiene suo dovere intervenire in ogni vicenda mescolando in modo indebito due ruoli così diversi, ma quello che più ci preme in questa occasione è riflettere su due tra gli aspetti più significativi della vicenda.
Il blitz del cardinale ci ha veramente conquistato: un alto prelato, che è facile immaginare più avvezzo a maneggiare strumenti liturgici, ha usato le sue mani, se le è “sporcate”, per compiere un lavoro materiale. Chissà quanti elettricisti ci saranno in Vaticano e in tutta Roma, ma lui ha voluto assumersi tutta la responsabilità dell’intervento, esponendosi alle possibili conseguenze di eventuali occhiuti funzionari.
Ammetiamolo, sarà difficile che tali conseguenze possano concretizzarsi e di certo non siamo qui a dire che tutte le controversie debbano essere risolte in tal modo, ma la scelta è precisa: creare un caso per smuovere la macchina burocratica. E se vogliamo dirla tutta, sarà difficile che il cardinale abbia potuto fare ciò che ha fatto vestendo abiti cardinalizi e immaginare un alto prelato che, vestito da tutti i giorni, fa l’elettricista (in più abusivo) non è cosa che dispiaccia!
L’altro aspetto da sottolineare, invece, riguarda l’invito alla Chiesa a pagare le bollette ai poveri. In realtà, chiunque abbia anche solo una piccola dose di buona fede, dovrà convenire che non sarà per l’invito del ministro che gli enti assistenziali cattolici (assieme a tanti altri di diversa ispirazione) inizieranno a compiere gesti di carità.
Da anni, in tante realtà, Caritas ed altre associazioni, con interventi diretti o progetti di vario tipo, sono diventate e rimaste l’unico punto di riferimento di quanti, per cause diverse, vivono in gravi difficoltà economiche. Se questo dà noia, se dà noia un papa che fin dall’inizio del suo pontificato ha invitato a guardare e prendersi carico delle “periferie” del mondo, si abbia il coraggio di dirlo, ma si eviti l’ipocrisia.

Antonio Ricci