
L’invito del vescovo Giovanni all’appuntamento del 28 marzo a Massa
In tutte le cattedrali nel mondo ogni vescovo raduna tutto il clero della sua diocesi per la Messa Crismale, quella suggestiva celebrazione conosciuta come “Messa del Crisma” nella quale avviene la benedizione degli Oli sacri: dei catecumeni, degli infermi e del sacro Crisma. L’olio, come l’aria, l’acqua, la luce, appartiene a quelle realtà elementari del cosmo che meglio esprimono i doni di Dio creatore, redentore e santificatore; è sostanza terapeutica, aromatica e conviviale: infatti medica le ferite, profuma le membra, allieta la mensa.
Questa natura dell’olio è assunta nel simbolismo biblico-liturgico ed è caricata di un particolare valore per esprimere l’unzione dello Spirito che risana, illumina, conforta, consacra, permeando di doni e di carismi tutto il corpo della Chiesa. La liturgia della benedizione degli oli esplicita questo simbolismo primordiale e ne precisa il senso sacramentale.
Giustamente la Messa del Crisma si colloca in prossimità dell’annuale celebrazione del Signore Gesù Cristo morto, sepolto e risuscitato. Ma prima di questo momento, all’interno della liturgia avviene un altro passaggio fondamentale che è la rinnovazione delle promesse sacerdotali, una delle principali manifestazioni della pienezza del sacerdozio del vescovo e un segno della stretta unione e comunione dei presbiteri con lui.
Come ha scritto ultimamente il vescovo Giovanni ai sacerdoti e ai diaconi, la Messa Crismale “è la celebrazione più importante per noi, dove non solo rinnoviamo il nostro impegno ministeriale, ma anche esprimiamo il nostro servizio come presbiteri con la benedizione degli oli che useremo nella celebrazione dei sacramenti”.

La nuova fisionomia, attribuita dalla riforma post-conciliare alla Messa Crismale, rende ancor più evidente il clima di una vera festa del sacerdozio ministeriale, all’interno di tutto il popolo sacerdotale e orienta l’attenzione verso Cristo, cioè “consacrato per mezzo dell’unzione”. “Pietro è la roccia – continua mons. Santucci – noi siamo le pietre vive edificate dallo Spirito perché la Chiesa sia la casa comune dove tutti possono essere accolti. Lo sappiamo, la Chiesa è povera, fragile, peccatrice, la Chiesa siamo noi. Tante critiche, tante contestazioni, ma non c’è un’altra Chiesa. Sperimentiamo il bisogno di fedeltà e di comunione che sono impegno, fatica, pazienza, amore”.
L’invito che il vescovo ha rivolto ai sacerdoti e ai diaconi è dunque aperto anche ai ministranti, ai ragazzi che riceveranno la Cresima, ai catechisti, agli animatori della liturgia e ai collaboratori parrocchiali.
La S. Messa Crismale verrà celebrata mercoledì 28 marzo alle ore 17 in Cattedrale a Massa. “Non si è Chiesa da soli – aggiunge il vescovo – e non possiamo tradire la nostra gente, che ci vuole bene e si affida a noi”.