Padre Vincenzo Bordo, missionario tedoforo alle Olimpiadi invernali

Religioso oblato di Maria Immacolata, è in Corea dal 1990

06padre_vincenzo_bordoLa telefonata con la quale gli organizzatori dei giochi olimpici invernali di PyeongChang (9-25 febbraio 2018) hanno proposto a padre Vincenzo Bordo, missionario oblato di Maria Immacolata, di essere uno dei tedofori ha colto di sorpresa il sacerdote, che non riusciva a capire come si fosse giunti a quella decisione.
La spiegazione è stata semplice e tale da convincerlo ad accettare: “Lo spirito dei giochi olimpici è uno spirito di fratellanza universale e di accoglienza e con questo gesto vorremmo dire ai nostri connazionali che tutti quelli che vivono e lavorano qui sono parte di questo popolo, senza discriminazioni o pregiudizi”.
A colpirlo è stata la valenza del messaggio legato alla scelta: gli stranieri non solo sono parte integrante di questa società ma anche contribuiscono alla crescita del Paese. In tal modo, dichiara ad Agensir, la Corea ha dimostrato di credere che gli stranieri “non sono una minaccia, ma un’opportunità”.
In Corea dal 1990, padre Vincenzo Bordo si occupa della pastorale degli homeless e dei ragazzi di strada. Da quando è arrivato nel Paese asiatico, il missionario si è impegnato per le “nuove povertà” nella periferia della città di Seongnam, alle porte di Seoul.
Nel 1998 ha dato avvio “a un Centro, ‘Casa di Anna’, che offre ogni giorno 500 pasti serali ai poveri, più i servizi di doccia, donazione di vestiti, di dormitorio per 30 homeless, consulenza legale, per il lavoro, educazione all’alcol, una scuola settimanale, una piccola fabbrica”.
L’idea è di non rispondere solo ai bisogni primari dei poveri che vivono sulla strada ma “donare loro una nuova opportunità, un nuovo inizio nella vita. Tra l’altro, abbiamo anche quattro case per ragazzi di strada dove ospitiamo 40 ragazzi, e un favoloso bus, che va in giro di notte, dalle 18 alle 24 per cercare, curare, incontrare i tanti ragazzi che vivono sulla strada”.
Anche il missionario si augura che “con la scusa e l’opportunità dello sport sarà magari possibile riprendere un dialogo che si è interrotto da ben due anni con picchi di tensione altissima” e conferma che “queste Olimpiadi sono viste come una buona opportunità per ricominciare un dialogo positivo e costruttivo”. Non è solo una questione economica: dai forti investimenti operati su queste Olimpiadi la Corea spera “anche in un ritorno di immagine per crescere come un Paese prospero, sicuro e sul quale si può fare affidamento anche per gli investimenti stranieri”.
Padre Vincenzo Bordo definisce “stupendo” fare il sacerdote in Corea: “È stupendo. La gente è buona e generosa. Sono disponibili al nuovo e non si richiudono nella paura dello sconosciuto, del diverso. Inoltre la Chiesa è aperta non solo al suo interno ma anche alla missione. Ormai sono centinaia e centinaia i sacerdoti e i religiosi impegnati in altri Paesi di missione. È una Chiesa giovane”.