Nata a Genova da genitori sardi emigrati, Milena Agus trascorre i suoi primi anni tra il capoluogo ligure e Milano trasferendosi poi, a dieci anni, con la famiglia, in Sardegna. Insegnante di Lettere ha scritto otto romanzi, ottenendo un successo clamoroso con ”Mal di pietre” si è collocata nella tradizione più alta della letteratura dell’isola con esempi come Grazia Deledda, Salvatore Satta, Atzeni e altri.
Con questo suo ultimo “Notte di vento che passa” (Mondadori pagg. 178, euro 18,50) ci porta a conoscere la diciottenne Cosima in quello che potrebbe essere l’anno più importante della sua vita.
Cresciuta in un paesino di campagna vicino a Cagliari con la nonna ed i genitori si trasferisce nella città per ipotetiche occasioni di lavoro per il padre, romantico disoccupato con interessi artistici per la pittura. Frequenta l’ultimo anno di liceo ed incontra un’insegnante che la indirizza verso le letture, giuste per assecondare le fantasie di una ragazzina che nella vita, finora, ha sempre letteralizzato la realtà.
Fantasie che possono manifestarsi anche per i suoi frequenti ritorni nel paese dove è rimasta la nonna e dove le sue suggestioni più intime si confrontano e misurano con la realtà che la circonda.
Tanto per la natura che affascina che dalle persone in cui misura la sua capacità di attrazione attraverso il confronto coi personaggi letterari. In città costruisce un bel rapporto con un coetaneo, Ayba Yala,così chiamato perché trascorre le vacanze nei campi di lavoro in Africa o in America Latina cercando di realizzare il sogno di Fidel dopo che per lunghi anni ha vissuto a Cuba con i suoi genitori ricercatori chimici ed appunto amici di Fidel.
Ma nelle sue visite al paese Cosima è attratta dal pastore Costantino, rude, bello e selvatico, frequentatore di terreni contigui alla casa della nonna, reduce da un matrimonio fallito. Ayba Yala che riceve le confidenze di Cosima cerca di dissuaderla coinvolgendola nel suo processo di formazione teso contro le servitù militari, lo sfruttamento dei pastori, la cementificazione delle coste, la deforestazione violenta, l’allontanamento delle navi coi migranti.
Ma Costantino è diventato l’Heathcliff di ”Cime tempestose e come si può resistere? La realtà però non sempre corrisponde ai sogni e Cosima si troverà a riflettere su quello che la sua amata insegnante le prospettava, individuare il proprio difetto fatale che destina ad intraprendere sempre le scelte sbagliate.
Una storia di formazione che nella semplicità espressiva caratteristica di Milena Agus porta verso ipotesi altre, dove tanto per citare si può iniziare a dire ”preferisco di no” come fa l’inarrivabile ed eterno scrivano nel “Bartleby” di Melville.
E così in un abile, sincero, vario, puntuto percorso siamo passati dalle problematiche sentimentali dell’età giovane, alle riflessioni geo-politiche dirette e coinvolgenti, alle realistiche considerazioni sulle evoluzioni familiari, sulla società, sul ruolo della letteratura nella vita, sui sogni e le difficili rispondenze con la realtà espresse con la grazia e l’efficacia a cui l’autrice ci ha abituati e alla quale non possiamo che essere riconoscenti.
Ariodante Roberto Petacco