Dom. 25 agosto – XXI del Tempo Ordinario
(Gs 24,1-2.15-18; Ef 5,21-32; Gv 6,60-69)
Dopo il lungo discorso sul pane della vita e sulla sua missione di inviato dal Padre, Gesù non viene accettato dalla folla che si è saziata, ma che è rimasta a una fede naturale. Le è bastato di essere nutrita nel corpo. Pertanto Gesù si rivolge direttamente e personalmente ai Dodici: “Volete andarvene anche voi?”.
I Dodici prendono le distanze da coloro che hanno chiamato “dura” la parola di Gesù e sono decisi a restare perché hanno riconosciuto che Lui solo “ha parole di vita eterna”.
1 Questa parola è dura. La fede è un punto interrogativo di ricerca, non un punto esclamativo, fermo e definitivo. La fede è credere, non visione, quindi comporta dubbi e ripensamenti, perché è ricerca, non un possesso sicuro e garantito; è credere e desiderio di credere, come quello del padre del bambino indemoniato che risponde a Gesù: “Credo; aiuta la mia incredulità!” (Mc 9,24).
Così pure è fede il lamento delle sorelle di Lazzaro: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto” (Gv 11,21.32), e anche la costatazione degli Ebrei al tempo dei Giudici: “Se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo?” (Gdc 6,13).
2 Se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? La fede non esiste senza esitazioni. Se non c’è il dubbio, non c’è la fede, ma la proiezione della propria sicurezza. Sia i sapienti e i dotti, sia gli umili e i semplici, tutti dobbiamo crescere nella fede, la quale si alimenta con i Sacramenti e con l’ascolto della Parola, non con immaginette e devozioni.
Purtroppo persone segnate da grande debolezza interiore cercano sicurezze e compensazioni di ogni genere, si aggrappano a tradizioni popolari, feste paesane, Madonne che piangono, false rievocazioni storiche di dubbio gusto.
Leggono Il nome della rosa o Il codice da Vinci, convinte che questo sia tutta la fede e la comprensione del messaggio cristiano.
3 Noi abbiamo creduto e conosciuto. Mentre molti tornano indietro e non vanno più con Gesù, nel piccolo gruppo dei Dodici la fede ha trovato un buon terreno.
Dal contesto non sembra che essi abbiano capito tutto il discorso sul Pane della Vita; hanno però conosciuto che Gesù viene da Dio, che partecipa della santità di Dio, e che quindi è completamente diverso dagli altri uomini. Pertanto aderiscono a lui ed alla sua Parola, perché Lui solo “ha parole di vita eterna”.
Riconoscono che le parole da Lui pronunziate sono piene di forza vitale, e quindi vogliono continuare a seguire la sua via, perché per loro la vita non ha più altro significato. La risposta di Pietro fatta a nome di tutti è espressione di fede autentica e ha una validità permanente, anche se per lui come per tutti il cammino della fede resta ancora lungo.
La domanda di Gesù interpella anche ciascuno di noi: ci uniamo agli increduli, ai profittatori, a coloro che salgono sul carro del vincitore, oppure staremo dalla parte dei Dodici?
† Alberto