La partecipazione dei cittadini alla vita democratica del Paese è il tema della Settimana sociale dei cattolici in Italia che si sta per inaugurare a Trieste, mentre andiamo va in stampa. L’evento, giunto alla cinquantesima edizione, che vedrà fra l’altro vedrà le presenze del Presidente Sergio Mattarella e di Papa Francesco, – ha come titolo “Al cuore della democrazia”. La Settimana sociale si svolge in un momento di crisi della partecipazione, testimoniato dall’astensionismo elettorale e dalla scarsa adesione ai partiti. Persino il volontariato, nelle sue diverse espressioni, sembra in fase di contrazione, pur mantenendo ancora una discreta vivacità e capillarità. La crisi della partecipazione è il riflesso di una crisi culturale, di un indebolimento della disponibilità a creare bene comune, e tutto questo si riverbera in solitudine, fragilità ed esclusione. È un paradosso nell’epoca dei social, che restituiscono l’impressione di essere parte di grandi comunità. In realtà la solidarietà e l’amicizia civica si costruiscono con e per gli altri. Rilanciare questa prospettiva è dunque il modo per raggiungere il cuore della democrazia. In questa sfida è centrale la partecipazione, cioè la possibilità che tutti possano esprimere il loro pensiero sul futuro della polis.
La Settimana dei cattolici in Italia sottolinea proprio l’impegno di tutti coloro che risiedono in un territorio, che lo vivono attraverso lavoro e vita familiare, lo conoscono e hanno quindi la competenza civile per dire quali sono i suoi bisogni e le sue risorse. La prospettiva è il raggiungimento del bene comune, che si genera, come ha spiegato Giovanni Grandi, filosofo e membro del Comitato scientifico delle Settimane sociali, quando diventiamo disponibili a conferire parte delle nostre risorse alla comunità, perché le metta a sistema e le faccia circolare in modo che raggiungano tutti, e tutti ne possano beneficiare in ragione dei rispettivi bisogni. La Chiesa italiana si ritrova a Trieste mentre è in corso il cammino sinodale. I punti di contatto sono evidenti. Sinodalità e partecipazione hanno come soggetto un popolo raccolto in ascolto e il fare spazio all’altro. Un Popolo di Dio che si raduna, si ascolta reciprocamente, condivide ed elabora, non sempre dividendosi tra maggioranza e minoranza, è una sfida per la democrazia: la Settimana sociale è quindi un ponte tra una dimensione ecclesiale e una dimensione civile. Da Trieste parte un processo: non ci saranno delle conclusioni, ma dei rilanci verso nuove tappe per valorizzare l’esperienza di rete e di connessione tra territori: un discorso che rimane aperto e che dovrà proseguire nelle diocesi, nelle parrocchie e nei movimenti laicali, per testimoniare una Chiesa realmente unita ai territori in cui abita e alle persone con cui cammina a fianco.
Davide Tondani