Massimo Dadà e gli scavi archeologici al passo dell’Ospedalaccio
La conferenza ad Aulla del dott. Massimo Dadà, neo direttore dei Musei di Pisa

Una conferenza davvero ricca di spunti e di riflessioni con il conforto di inoppugnabili dati scientifici: è stata quella che il dott. Massimo Dadà ha tenuto domenica 14 luglio ad Aulla nelle “Notti dell’Archeologia”.
Il neo direttore dei Musei di Pisa ha illustrato ad un pubblico numeroso e attento i risultati dello scavo archeologico condotto a partire dal 2010 nell’area dell’antico Passo dell’Ospedalaccio, valico sul crinale appenninico un paio di chilometri a nord dell’attuale passo del Cerreto.
Uno scavo importante, realizzato grazie al coordinamento tra le Soprintendenze archeologiche della Toscana e dell’Emilia Romagna e sotto la direzione scientifica proprio di Massimo Dadà e che, fra i tanti risultati, aveva portato all’individuazione del sito dove sorgeva l’hospitale medievale che per secoli ha dato conforto fisico e spirituale a pellegrini e mercanti, pastori e viandanti.
Citata già in un diploma di Carlo Magno del 781 la località di “Centrocrucis” (toponimo che solo secoli dopo sarebbe mutato in Cento Croci) era un punto di attraversamento dell’Appennino dove convergevano le vie che risalivano le valli lunigianesi del Taverone e del Rosaro.
La prima citazione che rimanda alla presenza dell’ospedale di San Lorenzo in alpibus è del 1116, quindi in piena epoca matildica: dipendeva infatti dall’abbazia di Sant’Apollonio di Canossa; pochi anni dopo, nel 1137, compare invece fra le dipendenze del monastero reggiano di San Prospero. In uso per tutto il Medioevo, decadde rapidamente, forse per il cambiamento della viabilità: nel 1596 era già allo stato di rudere.
Ma esaurita la sua funzione di ospitale era divenuto punto di riferimento per i pastori e la transumanza del bestiame.
Dadà ha trasmesso al pubblico anche l’emozione di aver portato alla luce la costruzione che per secoli ha rappresentato una rassicurante presenza per migliaia di persone.

(p. biss.)