
Poteva essere un’occasione di approfondimento, di riflessione, di dialogo su tematiche riguardanti l’inverno demografico, invece, ancora una volta si è buttato tutto in caciara. Si trattava dell’evento annuale degli Stati generali della Natalità. La contestazione alla ministra della Famiglia Roccella e in seguito il tentativo di una gruppo di contestatori (circa 250), fermati dalle forze dell’ordine, di introdursi all’Auditorium di Via della Conciliazione mentre stava parlando Papa Francesco hanno di fatto messo in ombra i contenuti che sono stati affrontati. C’erano gli invitati di tutti i maggiori partiti e varie personalità del mondo dello spettacolo e del giornalismo. Il tema di fondo era la denatalità. I dati sono allarmanti. Gli indicatori demografici dell’Istat relativi al 2023, parlano di un Paese dove prosegue senza soluzione di continuità il calo delle nascite: i nati residenti in Italia risultano essere 379.000 con una diminuzione delle nascite, rispetto al 2022, del -3,6%. Inoltre il rapporto di Save the children (“Le equilibriste, la maternità in Italia”) diffuso sottolinea che “le donne scelgono di non avere figli o ne hanno meno di quanto vorrebbero” e traccia un bilancio delle infinite sfide che le donne devono affrontare quando scelgono di diventare mamme. L’Italia è l’ultima in classifica sul piano della natalità, ma è anche il Paese europeo con la più alta età media delle donne al momento della nascita del primo figlio (31,6 anni).
Se il rinvio della maternità e la bassa fecondità sono frutto di numerose concause, i dati rivelano che più aumenta la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, più aumenta il tasso di fecondità. E qui entrano in ballo le problematiche legate alla perequazione del lavoro femminile, ma anche dagli scarsi interventi sul welfare in favore di chi decide di avere un figlio: una donna su sei lascia il lavoro dopo la maternità. Di fronte alle ristrettezze attuali è difficile proporre soluzioni, anche perché le mentalità individualistiche propagandate su larga scala portano a pensare soltanto al presente, al proprio interesse senza aprire il cuore e le menti ad orizzonti più alti.

Intanto rischia di andare il crisi il sistema pensionistico, ma anche il servizio sanitario nazionale… Il Papa non si tira indietro: in una società dove le madri sono costrette a scegliere tra lavoro e figli, “urgono politiche efficaci, scelte coraggiose, concrete e di lungo termine” a favore della famiglia, oltre che “un impegno maggiore da parte di tutti i governi”. Non sono i bambini che nascono il problema del mondo, non sono loro la radice dell’inquinamento, della fame, della mancanza di risorse. “Il problema… sono le scelte di chi pensa solo a sé stesso, il delirio di un materialismo sfrenato, cieco e dilagante, di un consumismo che, come un virus malefico, intacca alla radice l’esistenza delle persone e della società”.
Giovanni Barbieri