Saffo: rara presenza della donna  nella creazione artistica

La conferenza del prof. Zamarioni all’UniTre Pontremoli-Lunigiana

Dell’amore in Grecia antica e della poesia di Saffo, in prossimità dell’8 marzo, ha condotto una sapiente e gradita lezione per l’Università delle Tre Età il prof. Mauro Zamarioni, ritornato a Gravagna, dove è nato, da pensionato dopo aver insegnato latino e greco a Milano per tanti anni nel Liceo “Parini”.
A Pontremoli ha studiato al Vescovile fino alla maturità, laureato in Lettere classiche a Bologna. Si è rivelato lieto delle sue scelte di vita improntate a due principi cardine dell’uomo greco: sono le norme di vita improntate a due comportamenti late biòsas e gnòti seautòn: l’invito a vivere riservato e a conoscere se stesso.
Prima il professore ha esposto che con la mentalità di oggi non dobbiamo analizzare la società antica: osservazione importante per avvicinarci a Saffo, poetessa grande ma difficile da comprendere perché l’ambiente suo e le idee sono del tutto diversi dai nostri abituali.
Nata nell’isola di Lesbo tra VII e VI sec. a,C. fu sposata, ebbe una figlia. Guidò un tiaso, una specie di educandato religioso e pedagogico per le figlie dei nobili; vi praticavano musica e danza e culto di Venere Celeste, ispiratrice di amore spirituale ricoperto da un velo di pudore.
Contro Saffo si accanì una narrazione che la diceva brutta, innamorata del giovane Faone, rifiutata si uccise (così Leopardi che però si domanda quale è la colpa da espiare).
Da Lesbo è venuto l‘aggettivo lesbica per indicare l’omosessualità femminile. La critica letteraria più avveduta ha abbandonato l’immagine di Saffo “libertina e cortigiana” (queste erano le etere), nata da una poco profonda indagine sul carattere di un popolo.
Max Pohlenz nel grande saggio “L’uomo greco” precisa che uomo e donna vivevano in ambienti separati, al tempo di Saffo, a Lesbo le ragazze avevano libertà, curavano il corpo e lo spirito, la grazia e la bellezza.
L’amor è come un impulso che viene dal profondo, Saffo gode dell’effetto emotivo procurato dalla bellezza A me pare uguale agli dei chi a te vicino così dolce suono ascolta, mentre tu parli e ridi. Non c’è sensualità, l’attrazione non è peccato, il bello si fonde con la perfezione spirituale. A questo aspirava ogni greco.
Di Saffo ci restano 213 frammenti e una ode. Il culto della bellezza, l’amore inteso come valore etico e pedagogico è “puro” anche fra persone dello stesso sesso, è come una rivelazione del sacro e la poesia che lo celebra va oltre la morte.

(m.l.s.)