“Stare bene qui” se la salute è garantita vicino casa

La Scuola Superiore Sant’Anna ha presentato a Pontremoli un progetto innovativo

Alcuni dei partecipanti all’incontro alle Stanze del Teatro della Rosa, in cui è stato illustrato il progetto “Proximity Care” dell’Università Sant’Anna di Pisa
Alcuni dei partecipanti all’incontro alle Stanze del Teatro della Rosa, in cui è stato illustrato il progetto “Proximity Care” dell’Università Sant’Anna di Pisa

“Stare bene qui”, anche in Lunigiana: un progetto di assistenza socio sanitaria che la Scuola Sant’Anna di Pisa sta realizzando vicino a noi, in Garfagnana, Media Valle del Serchio e Alta Versilia, e che nella mattinata di lunedì scorso, 29 gennaio, è stato illustrato a Pontremoli, nelle Stanze del Teatro della Rosa. “Proximity Care”, cioè “Vicini per la Salute”, è un progetto innovativo, che si sviluppa in più anni, messo a punto dal Centro di ricerca interdisciplinare “Health Science”, costituito all’interno dell’istituto universitario pisano per sviluppare progetti di ricerca e attività di formazione mediante l’apporto dell’innovazione tecnologica e organizzativa. Il tema di base è quello del diritto alla salute, quanto mai attuale in anni nei quali sembra essere messo in discussione, l’impegno è la sua difesa e realizzazione.

Nella parte montana della provincia di Lucca il progetto “Stare bene qui” è finanziato da un colosso come la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca (che investe 5 milioni di euro in cinque anni) e cofinanziato dalla Scuola Sant’Anna (che mette a disposizione personale e strutture) e partecipato attivamente dall’Asl Toscana Nord Ovest e dai diversi Comuni. L’occasione di illustrarlo a Pontremoli, prefigurando la possibilità di realizzarlo anche in Lunigiana, è stata creata dal prof. Emanuele Rossi, pontremolese e docente nella Scuola dove è stato a lungo prorettore. Con lui era la prof.ssa Sabina Nuti, rettrice dell’istituto universitario fondato nel 1987 e tra i più apprezzati a livello planetario. Hanno assistito alla presentazione del progetto alcuni sindaci e amministratori, dirigenti dell’Asl e della Società della Salute, delle fondazioni bancarie Cr Carrara e Cr Spezia, rappresentanti di associazioni del terzo settore: tutti hanno dimostrato interesse e manifestato dichiarazioni di consenso. Del resto se il percorso iniziato dovesse proseguire e il progetto “Stare bene qui” si realizzasse anche in Lunigiana, tutti avrebbero da guadagnarci, nessuno escluso; soprattutto ne avrebbero grandi benefici quanti sul territorio vivono e lavorano per le possibilità che sarebbero messe loro a disposizione in termini di servizi e di opportunità, trasformando i disagi e le criticità attuali in nuove prospettive di prevenzione e cura, garantite dai servizi di prossimità da organizzare sul territorio.

In Garfagnana, Media Valle e Alta Versilia il progetto prevede la realizzazione numerose azioni, ciascuna pensato su misura per il territorio in base alle realtà esistenti e ai bisogni emersi dallo studio preliminare. Il tutto partendo da un concetto chiaro: “la prossimità al cittadino”, cioè essere vicino alla persona che per “stare bene” nel proprio territorio deve ricevere risposte adeguate ai propri bisogni di salute. Perché questo possa diventare realtà occorre che “Vicini per salute” integri “la dimensione assistenziale della cura con l’innovazione tecnologica, la prevenzione e la promozione, con un impegno e un coinvolgimento diretto di chi vive e opera nel territorio interessato, in collegamento con centri di cura e di ricerca di eccellenza”. Nell’ambito della Scuola Superiore Sant’Anna il progetto impegna oltre settanta ricercatori e tecnici sotto la responsabilità scientifica della prof.ssa Nuti nella realizzazione delle undici linee di attività che saranno sviluppate nella provincia di Lucca fino a tutto il 2026.

Paolo Bissoli

Il progetto: queste le 11 azioni studiate per la Garfagnana

Ogni territorio ha caratteristiche proprie e ogni comunità bisogni specifici. Se il progetto fosse importato in Lunigiana andrebbero individuate per poi stabilire le azioni più adatte. Ecco, intanto, quelle progettate per Garfagnana, Media Valle e Alta Versilia.
– Prevenzione proattiva per adolescenti (rivolto ai giovani tra 14 e 18 anni)
– Prevenzione oncologica (per facilitare la partecipazione della popolazione agli screening)
– Formazione per pazienti diabetici esperti (percorsi formativi per le persone affette da diabete di tipo II)
– Tele emergenza a supporto del trasporto di emergenza-urgenza (sistema interattivo per fornire assistenza medica remota a infermieri e volontari del 118 durante il primo soccorso)
– Telemedicina per pazienti cronici (sviluppo di una cartella clinica informatizzata che raccolga tutti i dati e li renda disponibili al personale sanitario)
– Centro per la formazione degli operatori sanitari (attività per ovviare alla scarsità della casistica che in un’area interna come Garfagnana o Lunigiana il personale ha di fronte)
– Esoscheletri a sostegno dei caregivers di non autosufficienti (per agevolare le attività degli operatori che assistono le persone a domicilio perché non incorrano in infortuni)
– Mappatura delle disabilità e dei servizi dedicati (per far emergere le condizioni e le esigenze delle persone con disabilità presenti sul territorio)
– Monitoraggio dell’esperienza e degli esiti della popolazione (raccolta di espressioni ed esperienze delle persone anche per valutare la qualità della vita nel territorio)
– Rete per la programmazione sociosanitaria delle aree interne (creazione di un coordinamento tra i diversi soggetti coinvolti per programmare obiettivi, risorse e progetti in tutti gli ambiti oggetto delle azioni del progetto Proximity Care)