Quel rito  antico del Carnevale a Grondola

Qui si mantiene viva una tradizione che affonda le radici nei secoli passati. Ma nel 1751 un giovane del paese fu arrestato e subì un processo per essersi mascherato

Tutti in posa per la foto ricordo del Carnevale 2024 nel centro di Grondola

Fra le tante manifestazioni, spontanee o ordanizzate, che si sono svolte la scorsa settimana in occasione del giorno di Carnevale (13 febbraio), merita quest’anno una citazione particolare l’iniziativa che si è svolta nella frazione pontremolese di Grondola.
Grazie ad una giornata di sole, luminosa e tiepida, un folto gruppo di persone si sono ritrovate in paese e nel corso del pomeriggio, tra le altre cose, hanno mantenuto fede ad una tradizione antica, che affonda le proprie radici nei secoli.
Persone mascherate si aggirano per le strade del paese e bussano alle porte delle case; è obbligo aprire e, soprattutto, offrire loro qualche cosa da mangiare, in genere pane e salame, chiacchiere e torta di riso.
Ma sono in tanti a ricordare come nel recente passato alle “maschere” venivano donati salame e uova, ingredienti con i quali, al termine della giornata, si cucinava una grande frittata collettiva per la gioia di tutti i partecipanti in tempi nei quali trovarsi attorno ad un tavolo anche solo per una fetta di semplice frittata era occasione di festa.
Nei cassetti delle case di Grondola si conservano numerose foto delle edizioni degli ultimi decenni; quella che pubblichiamo, messa a disposizione da Fabrizia Musetti, è relativa al Carnevale festeggiato del 1996 subito dopo una delle abbondanti nevicate che caratterizzavano gli inverni del passato e che sembrano così lontane vista la situazione climatica in corso.

Grondola, 1996: si festeggia il Carnevale sotto la nevicata

Come si accennava, a Grondola la tradizione di festeggiare il Carnevale è antica, caratteristica comune a gran parte dei paesi del nostro territorio. In alcuni di questi resiste l’abitudine di “bruciare il Carnevale” dando fuoco alla pira accumulata nelle settimane precedenti durante i lavori agricoli. Falò che anche quest’anno non sono mancati.
Ma festeggiamenti del Carnevale come quello di Grondola, che coinvolgono persone di tutte le età sono ormai davvero eventi rari. E forse non è un caso che nel paese lungo la strada per il Brattello questa tradizione resista.
Spunti in tal sendo arrivano anche dalla storia dei secoli passati, testimonianza di una consuetudine particolarmente radicata a Grondola. Festeggiamenti di Carnevale che potevano avere anche conseguenze spiacevoli.

Foto di gruppo per le maschere nei prati attorno al paese di Grondola

Questo è stato, ad esempio, il caso di un processo intentato nei confronti di Giovanni Maria Musetti di Grondola nel 1751! Era il 23 febbraio e, nell’ultimo giorno di carnevale, l’uomo venne sopreso in casa mentre, con altre persone, ballava mascherato.
Allora più di oggi nascondere la propria identità era un reato previsto dai Bandi emesse dalle autorità. Giovanni Maria aveva in effetti una maschera di tela sul viso, ma l’abbigliamento indicava goliardia e divertimento e non certo cattive intenzioni. Sul capo il giovane portava infatti un cappello dal quale scendevano nastri colorati, mentre le braccia erano coperte da maniche di abiti da donna e il corpo era coperto da due grembiuli, uno davanti e uno dietro.
Nella casa c’era un bel gruppo di persone e si ballava al ritmo della musica di uno zufolo e ritmata da un tamburo e a qualcuno il tutto non andava a genio. Al loro arrivo le guardie sorpresero l’uomo in quelle condizioni e lo condussero in carcere. Interrogato Giovanni Maria Musetti, contadino, cercò di difendersi dicendo che aveva sentito dire che in quegli ultimi giorni di Carnevale fosse stato rimosso il divieto di indossare maschere. Ma non riuscì ad evitare il processo!

Paolo Bissoli