Gli antichi traffici di uomini e merci  attraverso le aree lunigianesi

Si è svolto a Fivizzano un interessante convegno sulla viabilità medievale e lo sviluppo degli insediamenti

Il pubblico che ha partecipato al convegno nell’albergo diffuso “Cento Borghi” a Fivizzano

Opizzone Malaspina, scortando nell’estate del 1167 Federico I Barbarossa attraverso i feudi lunigianesi, alla domanda posta dall’imperatore di cosa vivessero quei luoghi così aspri, rispose: de voltis. L’ espressione è stata interpretata da alcuni studiosi con il significato di rapine, ruberie, oppure di tassa stradale ai danni dei viaggiatori di quelle strade che i marchesi controllavano, riscuotendone i pedaggi.
È in realtà un riferimento ai fondachi a volta medievali, magazzini per il deposito di merci. Se ne possono vedere esempi a Pulica di Fosdinovo, la cosiddetta Visenda, posta proprio sotto l’antico castello vescovile e presso la dogana, ed ora murata, e ben conservati a Santo Stefano e Brugnato, con i caratteristici doppi ingressi archiacuti e l’attiguo più ridotto adito al piano superiore, ove era il luogo di lavoro e di vita.

La prof.ssa Eliana M. Vecchi con l’arch. Stefano Calabretta

Proprio da questa puntualizzazione etimologica, originata dalla citazione dell‘episodio malaspiniano, ha preso avvio l’ intervento di Patrizia Moradei nell’incontro di studio “Lunigiana: snodo nevralgico tra Preistoria e Medioevo”, che si è svolto il 28 gennaio a Fivizzano, ospitato presso l’Albergo Diffuso “Cento Borghi” ed organizzato dalla Sezione Lunense dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, con la collaborazione degli Amici di San Caprasio e di Apuamater.
La prof.ssa Moradei, nota esperta di toponomastica, in video-collegamento da Firenze, trattando i traffici di uomini e merci attraverso le aree lunigianesi, ha allargato la sua analisi a quella viabilità che, già a partire dall’età romana, favoriva nel Medioevo certamente le funzioni militari strategiche di controllo del territorio, ma soprattutto l’organizzazione logistica, anche dall’entroterra verso il mare, e viceversa.
La Lunigiana era un importantissimo snodo territoriale, lungo la costa il viaggio delle merci si basava sulle navi, specie in zone quali presso Luni troppo paludosa per consentire un agevole percorso terrestre.
Come ha poi rilevato la prof.ssa Eliana M. Vecchi, coordinatrice della mattinata, del resto la prima citazione nota di Fivizzano, nel 1229, che segna l’emancipazione dalla curia di Verrucola de’ Bosi, è forum Fiviçani: forum, non tanto una piazza pubblica, ma il luogo di incontro e scambio fra popolazioni di centri minori, posto all’incrocio di itinerari importanti, che poi andrà ad acquistare maggiori funzioni amministrative e pubbliche.

La Pieve di San Lorenzo con il bel campanile ottagonale. Sullo sfondo il monte Pisanino

É quindi seguito l’intervento dell’arch. Stefano Calabretta, organizzatore dell’incontro culturale e promotore del denso ciclo di conferenze da poco conclusosi a Pieve San Lorenzo (Minucciano), per le celebrazioni dell’anniversario di 875 anni trascorsi dall’emanazione del privilegio solenne pontificio per il vescovo lunense, nel quale si menzionava per la prima volta anche la pieve titolata al Santo Martire Lorenzo, peraltro ben più antica.
Lo studioso ha presentato, riferendola a quest’area, la problematica teoria sull’evoluzione insediativa detta della continuità, per cui il pagus ligure protostorico si sarebbe sviluppato nel vicus romano e quindi nella plebs, la comunità rurale cristiana raccolta intorno alla chiesa battesimale.
Dopo un preliminare articolo di Ubaldo Formentini nel 1925-26, molto si deve agli studi di Augusto Ambrosi ed alla empatia con cui riusciva a coinvolgere la popolazione locale, come una giovanissima Gabriella Martini.

La statua stele Minucciano III ritrovata nella località sul confine tra Lunigiana e Garfagnana (foto Museo delle Statue Stele Pontremoli)

A partire dai primi anni Sessanta, il ritrovamento delle tre statue stele di Minucciano, seguito da scavi archeologici, la raccolta di toponimi come castellaro, indicativi di insediamenti di altura fortificati liguri, che in alcuni casi hanno avuto conferme archeologiche, o di quelli prediali, derivati dallo sviluppo di stanziamenti in età romana (lo stesso Minucciano), i rinvenimenti di reperti durante la costruzione della strada per Renzano, lo scavo archeologico esemplare della pieve di Codiponte hanno sempre più attestato come questa area apuana abbia avuto una storia ininterrotta.
Il dott. Edoardo Ratti, archeologo sperimentalista, è poi intervenuto con alcune considerazioni sul sito dove nel 1905 vennero ritrovate infisse, ancora nell’originale allineamento, le nove statue stele di Pontevecchio, datate oggi alla seconda metà del IV millennio (età del Bronzo) e oggetto di recenti indagini archeologiche condotte dal dott. Angelo Ghiretti. direttore del Museo delle Statue Stele “A.C. Ambrosi” di Pontremoli.
Il sottostante profondo strato di terra nera, egli ha sottolineato, indica interventi antropici cultuali in un’area che ha rivelato anche numerosi manufatti attribuibili al Paleomesolitico. Il dott. Ratti ha poi mostrato la riproduzione da lui eseguita di un’ascia ad alette e di un coltello in bronzo, spiegandone la tecnica produttiva.
In conclusione della giornata la dott.ssa Ornella Mondini dell’Associazione culturale “Terre dei Bianchi e Terre dei Bosi” ha offerto alla Sezione Lunense una bellissima litografia rappresentante la Madonna della Ghiara. Fra il numeroso pubblico presente anche noti studiosi come il prof. Mario Nobil, il dott. Riccardo Boggi e il prof. Mariano Lallai.