Il Messaggio del Vescovo per la Quaresima
Cari fratelli e sorelle,
con il “Mercoledì delle Ceneri” è iniziato il tempo della Quaresima. Quest’anno è molto stimolante il Messaggio del Papa, intitolato “Attraverso il deserto, Dio ci guida alla libertà”. La libertà, lo sappiamo, non è fare ciò che si vuole, ma liberarsi dagli idoli e dalle seduzioni che il nostro cuore subisce dal mondo e dalla realtà.
Anche il tema del deserto è molto importante, perché è solo in questo luogo che l’uomo, come testimonia il libro dell’Esodo, non solo può vedere veramente cosa c’è in fondo al suo cuore, ma Dio può parlargli intimamente: nel deserto infatti si perdono quelle sicurezze delle “zone di conforto” in cui noi tendiamo sempre a vivere.
Quest’anno il papa mette un accento particolare sulla realtà: il primo passo verso l’essere liberi è farsi toccare dalle cose, ponendo due domande alle nostre comunità: “dove sei?” e “dov’è tuo fratello”, le due domande che Dio pone ad Adamo e a Caino.
Il Santo Padre interpella le comunità esortandole a farsi toccare dalle sofferenze che ci sono intorno, a partire dalle guerre, dai popoli che migrano, dai rifugiati, dalle persone che sono vittime dei soprusi e della potenza degli uomini.
Il cammino di conversione che ci attende è quindi duplice; non solo farsi toccare come comunità, ma anche guardarsi dentro, scoprendo gli idoli dentro il nostro cuore che ancora ci rendono schiavi, come il potere, il desiderio di avere un riconoscimento dagli altri, il desiderio di prevalere.
Sappiamo che questi idoli sono nel cuore dell’uomo: anche Gesù è stato tentato nel deserto. Saper quindi riconoscere gli idoli che ci incatenano è il primo passo nel cammino verso la libertà, insieme a quelle domande che ci parlando dell’attenzione nei confronti della realtà che al di fuori di noi.
Un ulteriore atteggiamento che il Papa ci raccomanda è la speranza. Il Santo Padre cita Charles Peguy che in un piccolo trattato ha parlato della speranza come una piccola bambina che viene tenuta per mano dalla fede e dalla carità, le sorelle maggiori, che dovrebbero guidarla: in realtà è la piccola bambina che le fa avanzare.
In un mondo segnato ancora così profondamente dal male, la speranza è la virtù teologale più difficile, perché la grande tentazione è quella di non averne più di speranza, è quella di rimanere indifferenti, di farsi prendere dal meccanismo della rimozione per cui la realtà è troppo difficile da affrontare.
La speranza invece guarda al futuro, ma con un senso di libertà, come una promessa che si deve avverare. Come ha suggerito il Papa, abbracciare il rischio di pensare al nostro tempo non come un’agonia, ma un parto, dove le doglie sono l’inizio di una nuova realtà che sta per nascere.
Buona Quaresima a tutti.
† Fra’ Mario