La Giornata Mondiale del Malato in Diocesi

Celebrazioni con il Vescovo a Pontremoli e a Marina di Carrara.
“Gesù ha posto gli ammalati al centro delle sue attenzioni e li ha fatti sentire amati. Noi riusciamo a fare lo stesso?”

Un momento della celebrazione nella chiesa di Bassagrande a Marina di Carrara (foto Ufficio Comunicazioni Sociali Diocesi di Massa Carrara – Pontremoli)

Nel giorno della memoria liturgica della Madonna di Lourdes, domenica scorsa, 11 febbraio, è stata celebrata la 32.ma Giornata mondiale del Malato. Anche nella nostra diocesi ci sono stati momenti solenni, ad iniziare dalle Sante Messe presiedute dal vescovo fra’ Mario, entrambe molto partecipate dai fedeli.
La mattina mons. Vaccari, alle ore 10,30, ha celebrato a Pontremoli nella chiesa di San Lorenzo (già dei Cappuccini), mentre nel pomeriggio, alle ore 16, ha presieduto la S. Messa a Bassagrande, nella chiesa della SS. Annunziata.
Il vescovo ha invitato tutti a riflettere sullo stato d’animo del malato, di come si senta isolato e metta tutte le senergie nel combattere la malattia. “Gesù – ha detto fra’ Mario – in situazioni analoghe ha visitato gli ammalati, li ha toccati, li ha abbracciati, li ha guariti senza farsi fermare dalla legge; li ha posti al centro delle sue attenzioni e li ha fatti sentire amati. E noi, riusciamo a fare altrettanto? Riusciamo a far sentire all’altro la nostra tenerezza? Basta poco, un sorriso, un ritaglio del nostro tempo”.
La celebrazione pomeridiana della Giornata del malato nella chiesa di Marina di Carrara è stata l’occasione per raccogliere le testimonianze di coloro che offrono il loro tempo e impegno ai sofferenti e ai malati.

i fedeli nella chiesa di Bassagrande a Marina di Carrara (foto Ufficio Comunicazioni Sociali Diocesi di Massa Carrara – Pontremoli)

“Da anni – ha detto Nicoletta Santucci del Centro Volontari per la Sofferenza – si vive soprattutto la solitudine delle persone anziane, e nostra missione è far sentire coloro che sono soli e i malati non emarginati dalla Chiesa, ma ancora utili ad essa. Il malato non è la sua malattia, è sempre figlio di Dio e pronto a servire il prossimo, soprattutto con la sua preghiera per gli altri”.
“Le parole del vescovo devono farci riflettere sulla necessità di cambiare le nostre abitudini, che troppo spesso non contemplano una reale vicinanza con le persone che soffrono e vivono situazioni di malattia. Infatti pochi minuti del nostro tempo possono diventare una terapia insostituibile che fa bene al cuore e all’animo di chi li riceve e dona a noi un incredibile beneficio…” ha aggiunto Pier Angelo Tozzi, già presidente della Consulta Provinciale delle Persone con Disabilità.
Per altri la celebrazione è stata come ritrovarsi in famiglia con la consapevolezza che Gesù, Maria, la Chiesa tutta aprono le braccia per consolarci, darci speranza. Guardando al Crocifisso, la sofferenza diventa meno pesante, diventa mezzo di partecipazione alla sofferenza di Cristo, perché i malati e gli anziani possano sentirsi partecipi nella costruzione di una comunità umana solidale che si stringe e aiuta chi è nel bisogno.
Papa Francesco nel Messaggio dedicato alla Giornata Mondiale ha invitato nel contempo, a guardare al Buon Samaritano e “alla sua capacità di farsi prossimo e alla sua tenerezza con cui lenisce le ferite del fratello che soffre” esortandoci, nel contempo, a farci costruttori di una cultura della tenerezza e della compassione.

(P. C.)