Mentre queste note vengono redatte, in presenza di sole e di arietta che si può definire fredda, l’intera settimana di avvio del nuovo anno ha continuato a mostrare le ormai logore vesti autunnali.
Pur con i termometri intenti a segnalare qualche grado di meno dei giorni scorsi, nessuno si sarebbe sognato, ancora dieci o vent’anni fa, di parlare di clima rigido al cospetto dell’assetto atmosferico attuale: ma è in corso, evidentemente, una assuefazione a livelli termici più miti e i telegiornali e la carta stampata, per non parlare del resto (social, web ecc), se ne escono con titoli esagerati e fuorvianti.
La ‘disinformazia’ colpisce duro quando si sentono espressioni come “ciclone artico sull’Italia”, il che farebbe venir voglia di sbellicarsi dal ridere se non ci fosse da piangere.
Le feste natalizie, tornando a quel che è stato, si sono svolte nelle nostre contrade sotto un cielo grigio, in un clima umido – compresi i giorni non interessati da precipitazioni – con minime varianti che, talora, hanno permesso occhiate di sole; parziali schiarite sono state più generose solo giovedì 4.
Dopo la pioggia di S. Silvestro, è stata la volta di quella della Befana, che si è intensificata nel corso di venerdì 5 culminando la sera e la notte dal 5 al 6. Gli apporti sono stati cospicui soprattutto sull’alta Lunigiana; a Pontremoli-Verdeno, il totale del 5 è risultato di 81,6 mm e di 94,8 mm la somma dei giorni 5 e 6.
Sabato 6 (la pioggia forte era cessata intorno alle ore 2 della notte) e domenica 7, invece, non si è andati al di là di gocce e piovaschi, mentre la neve tornava a imbiancare l’Appennino scendendo dalle quote degli alti crinali fino a quelle dei valichi tra 900 e 1000 m domenica e la notte di lunedì 8. Circa 10 cm di manto si sono posati sulla Cisa, poco meno al Brattello, una ventina hanno imbiancato Lagastrello e Cerreto.
Anche oggi, ed è un sollievo, lo Spiaggi, il Molinatico e il crinale tosco-emiliano conservano il candore a lungo anelato. Finché ci saranno neve e ghiaccio, si potrà sperare! Certo, se il tempo si fosse evoluto in maniera meno estenuante, una giornata di cielo sereno sarebbe stata la benvenuta: non se ne vedono, ahinoi, dal 22 dicembre.
Già lo scorso anno 2022-23 il clima mite perdurò per l’intero periodo natalizio e il bis non ha voluto farsi attendere. Persiste, al contrario, l’estremo rigore del gelo in Scandinavia, dove sono state raggiunte diffuse punte sotto i -40°C come non accadeva dal gennaio 1999. Le regioni più meridionali di Norvegia e Svezia, inoltre, sono state interessate da nevicate eccezionali che hanno superato il metro di spessore.
Tutto ciò non è in contrasto con il generale riscaldamento del clima terrestre cui si sta assistendo: anche in un pianeta più caldo continueranno a verificarsi ondate di gelo e abbondanti precipitazioni nevose.
Nelle aree a clima molto freddo, infatti, l’aumento della temperatura consentirà comunque tormente, forti gelate e altri fenomeni tipici dell’inverno, benché in calo, mentre nelle aree a clima temperato gli stessi si faranno meno frequenti ed intensi.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni