Riaperto al pubblico l’Archivio Notarile di Pontremoli

Mentre si attendono novità sulla sede dell’Archivio di Stato alla SS. Annunziata

è stato riaperto al pubblico l’Archivio Notarile Mandamentale del Comune di Pontremoli. Una notizia molto attesa e che vede la reggenza della dottoressa Sara Bertocchi, nominata attraverso decreto del Direttore Generale dell’Ufficio Centrale degli Archivi Notarili, Ministero di Giustizia. Sarà così possibile riaprire la sede, all’interno del palazzo comunale, dove sono conservati documenti risalenti agli ultimi cento anni, i quali potranno essere forniti in copia autentica da professionisti ma anche da tutti i cittadini. I documenti che precedono tale periodo, invece, sono conservati all’interno della sezione distaccata dell’Archivio di Stato di Massa, ubicato presso il Convento della Santissima Annunziata, ad oggi purtroppo ancora chiuso al pubblico e per la cui riapertura il Comune sta insistendo ormai dalla fine del periodo pandemico con il Ministero della Cultura e la Direttrice Francesca Nepori.

La sezione pontremolese dell'Archivio di Stato di Massa all'interno del convento della Santissima Annunziata
La sezione pontremolese dell’Archivio di Stato di Massa all’interno del convento della Santissima Annunziata

Ricordiamo infatti che la struttura è chiusa ormai dal 15 novembre 2018 quando l’allora direttore dell’Archivio di Stato di Massa, Biagio Ramezzano, decise di procedere con la disposizione di chiusura della sede. Atto che rispondeva ai rilievi sulla sicurezza inviati dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, al fine di tutelare il personale in servizio. Poi ci fu una breve riapertura, a partire dal giugno 2019, operata dal direttore Massimo Sanacore anche grazie alla moratoria disposta dal Governo per le sedi storiche. Poi di nuovo la chiusura nel marzo 2020, legata anche all’emergenza Covid, ma che per l’archivio di Stato pontremolese si è protratta ben oltre i tempi previsti, riemergendo fuori la problematica della mancanza dell’adeguata documentazione per quanto concerne le norme antincendio. Tanto che ormai in città circola il timore che, con un metodo “all’italiana”, si chiude temporaneamente per non riaprire mai più. Intanto una recente ispezione dei Carabinieri per la tutela del patrimonio ha rilevato che la struttura e le opere conservate all’interno presentano un notevole livello di decadimento. Già nel 2022 erano stati annunciati, dal Ministero dei Beni Culturali, 250 mila euro per i lavori di riqualificazione dell’archivio, somma che è stata poi stata poi notevolmente ampliata (si parla di una cifra attorno al milione di euro) per permettere nuovi interventi tra cui il rifacimento del tetto. Si è ora in attesa del Bando per l’assegnazione dei lavori, sperando che avvenga in tempi rapidi. (r.s.)