Legname e rifiuti sulle spiagge: gli effetti della piena alla foce del Magra

L’ondata di maltempo riaccende il dibattito su detriti ed erosione nel litorale sarzanese e apuano

Un immagini dei detriti portati dal Magra sulla spiaggia di Marinella
Un immagini dei detriti portati dal Magra sulla spiaggia di Marinella

L’ondata di maltempo che si è abbattuta sul bacino idrografico del Magra a cavallo tra ottobre e novembre non ha tardato a manifestarsi sul litorale sarzanese e carrarese, a sua volta sferzato tra sabato 4 e domenica 5 da una storica mareggiata che ha provocato danni ingenti agli stabilimenti balneari e alle costruzioni nelle adiacenze del lungomare. Imponenti cumuli di legname trasportati a mare dal Magra si sono adagiati sulle spiagge a est della foce, offrendo alla vista uno scenario spettrale. Assieme a tronchi e ramaglie, nella sua corsa al mare, il Magra ha portato con se rifiuti di ogni tipo, in balia delle acque per molti chilometri.

A simboleggiare l’imponenza del fenomeno è stato senza dubbio il ritrovamento a Marina di Carrara di quel che rimaneva di un cartello di divieto di accesso apposto probabilmente in un’area fluviale dal comune di Beverino, in val di Vara: un percorso di circa 30 chilometri che testimonia la forza eccezionale dell’ondata di piena. Attorno all’imponente deposito di legname e alla distruzione patita da molte delle strutture balneari si è risollevata, dopo alcuni inverni siccitosi, la polemica sui costi e sulle modalità di smaltimento di tutto il materiale così da rendere nuovamente la spiaggia fruibile nella prossima stagione estiva. Alla voce dei semplici cittadini che reclamano la possibilità di poter prelevare la legna per il consumo domestico (attività permessa dal codice civile ma non dalle normative ambientali, stante l’elevata quantità di polveri sottili e di agenti inquinanti prodotti dalla combustione di legna intrisa di sale e terra) si sono sommate quelle della politica, che richiede provvedimenti urgenti e chiarezza sulla ripartizione dei costi per lo smaltimento del legname.

Un immagini dei detriti portati dal Magra sulla spiaggia di Marinella
Un immagini dei detriti portati dal Magra sulla spiaggia di Marinella

Tra le tante voci ascoltate in questi giorni, anche quella di Piero Tedeschi, già presidente fino al 2021 del Parco regionale di Montemarcello-Magra. Nei giorni scorsi il politico amegliese ha denunciato sulla stampa locale come il progetto elaborato a suo tempo dal Parco per lo smaltimento del legname in area fluviale sia stato silenziosamente abbandonato dopo essere finito sulle scrivanie di sindaci del comprensorio e di un paio di commissioni del consiglio regionale della Liguria. Tedeschi ha espresso il suo rammarico per l’opportunità non colta di impiegare soldi del Pnrr per realizzare un progetto di economia circolare per ridurre il problema delle biomasse sulle spiagge. Al tempo della presentazione, durante un convegno nella primavera 2021, si parlò di un piano capace di creare fino a 100 posti di lavoro in 5 anni tramite attività di prevenzione dei rischi connessi alla vegetazione fluviale, oltre che allo smaltimento di quanto rilasciato sulla spiaggia.

Con il progetto biomasse è sceso nel dimenticatoio pure il contratto di fiume tra istituzioni e portatori di interesse nel campo produttivo, turistico e ambientale per condividere una serie di impegni e politiche, dal miglioramento delle acque dei fiumi locali alla gestione dei rischi alluvionali, passando per la tutela dell’ecosistema, la manutenzione delle difese spondali, la valorizzazione turistica. L’orizzonte ultimo del contratto di fiume, cioè l’istituzione di un Parco Nazionale del Magra, è anch’essa naufragata con la fine anticipata della scorsa legislatura senza che il ddl sia mai stato discusso. Anni dopo le ultime piene importanti, la gestione dei depositi alluvionali del Magra è quindi ancora irrisolta, con i comuni bagnati dal mare sempre più insofferenti all’ipotesi di dover fare fronte ai costi della pulizia delle spiagge e un bacino su cui insistono due regioni, ognuna con i propri orientamenti e le proprie normative.

Un immagini dei detriti portati dal Magra sulla spiaggia di Marinella
Un immagini dei detriti portati dal Magra sulla spiaggia di Marinella

Il tema delle alluvioni del Magra apre infine uno squarcio sul tema dell’erosione della costa, un ulteriore fattore di divisione, questa volta tra i territori a nord e quelli a sud del porto di Marina di Carrara. Le piene del Magra contribuiscono infatti, con il loro apporto di sedime, al ripascimento delle spiagge del litorale, ma il porto di Marina di Carrara è indiziato di avere progressivamente impedito il deposito delle sabbie sui litorali massesi e versiliesi, nei quali la mareggiata del fine settimana si è spinta addirittura sulla strada di lungomare, distruggendo alcune strutture balneari e riaccendendo il dibattito sull’erosione, proprio in questi mesi in cui i cantieri per l’ampliamento del molo e della diga foranea del porto apuano è in piena attività.

(Davide Tondani)