
Si è aperta a Roma, nel giorno dedicato a S. Francesco, l’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi

Compito primario del Sinodo è “ricentrare il nostro sguardo su Dio, per essere una Chiesa che guarda con misericordia l’umanità”.
Nell’omelia della Messa di apertura dell’Assemblea dei vescovi, davanti ai 365 padri sinodali, Papa Francesco ha tracciato il suo ritratto del popolo di Dio che cammina nella storia: “Una Chiesa che cerca di essere unita e fraterna, che ascolta e dialoga; una Chiesa che benedice e incoraggia, che aiuta chi cerca il Signore, che scuote beneficamente gli indifferenti, che avvia percorsi per iniziare le persone alla bellezza della fede.
Una Chiesa che ha Dio al centro e che, perciò, non si divide all’interno e non è mai aspra all’esterno. Una Chiesa che rischia con Gesù.

Così Gesù vuole la Chiesa, così vuole la sua sposa”. Citando la “serenità” di San Giovanni XXIII nel discorso di apertura del Concilio Vaticano II, ha invitato ad “essere una Chiesa che non affronta le sfide e i problemi di oggi con uno spirito divisivo e conflittuale ma che, al contrario, volge gli occhi a Dio che è comunione e, con stupore e umiltà, lo benedice e lo adora, riconoscendolo suo unico Signore”.
Poi il secondo invito a raggiungere il mondo con la consolazione del Vangelo, per testimoniare meglio, e a tutti, l’amore infinito di Dio”; ponendo, come lui, uno “sguardo ospitale sui più deboli, i sofferenti, gli scartati”.
“Una Chiesa che ‘si fa colloquio’ (San Paolo VI), ‘dal giogo dolce’, la Chiesa dalle porte aperte a tutti”, evitando in tal modo di essere una Chiesa rigida, armata contro il mondo; una Chiesa tiepida, che si arrende alle mode del mondo; una Chiesa stanca, ripiegata su sé stessa”. Sulle orme di San Francesco d’Assisi, il ‘folle di Dio’, che, per rivestirsi di Gesù, si è spogliato di tutto”.
“In un tempo di grandi lotte e divisioni, non criticò e non si scagliò contro nessuno, imbracciando solo le armi del Vangelo: l’umiltà e l’unità, la preghiera e la carità”. Apriamoci allo Spirito Santo, ha concluso, lasciamo che sia lui il protagonista del Sinodo. E con lui camminiamo, nella fiducia e con gioia”.