Ottobre, tutti in missione

Per la 97.ma Giornata Missionaria Mondiale, in programma domenica 22 ottobre, Papa Francesco ha scelto la frase “Cuori ardenti, piedi in cammino”, prendendo spunto dal racconto dei discepoli di Emmaus, nel Vangelo di Luca.
Discepoli confusi e delusi, come spesso siamo anche noi, presi da mille preoccupazioni e colmi di stress, tanto da rimanere schiacciati dalle tensioni allungando ombre sul dono della nostra fede che va, costantemente, coltivata.
L’incontro con Cristo nella Parola, nel Pane spezzato riaccende nei due discepoli l’entusiasmo per rimettersi in cammino, verso Gerusalemme per annunciare, con letizia, che il Signore è risorto.
Come Cristo è il primo inviato del Padre e suo fedele testimone, così ogni battezzato è chiamato ad annunciare la Resurrezione di Gesù: salvezza dell’umanità, riscattata a caro prezzo sulla Croce.

Per domenica 22 ottobre anche il Centro Missionario Diocesano ha formulato una proposta di celebrazione della Giornata, in un piccolo sussidio scaricabile dal sito web diocesano, che contiene anche informazioni e notizie relative alla raccolta di fondi effettuata nell’edizione 2022 e per il versamento delle offerte nel 2023. Il materiale per animare la prossima GMM si può ritirare anche Massa nella segreteria della Curia Vescovile (tel. 0585.8990210).
Le modalità di raccolta delle offerte non sono variate rispetto agli anni passati: ogni comunità parrocchiale e religiosa si adopera per celebrare la Giornata raccogliendo le offerte dei fedeli da versare sul conto dell’Ufficio Missionario che a sua volta le invierà alla Fondazione Missio insieme ad una breve relazione.

La Chiesa di Cristo è stata, e sarà, “in uscita”, verso nuovi orizzonti geografici, sociali, umani, esistenziali. Verso luoghi e situazioni di confine per realizzare, come ricorda il Concilio Vaticano II, la “missio ad gentes”.
Una enorme responsabilità sostenuta, però, dalla grazia divina e dalla forza creatrice dello Spirito Santo che sostiene, da sempre, i tanti missionari, anche lunigianesi. Sparsi nei luoghi più sperduti per ridare dignità a chi subisce ingiustizie e violenze.
Siamo nel tempo dell’attesa, poi ci sarà quello del “compimento” quando Cristo si manifesterà nella gloria.
La missione non è un gesto isolato, ma uno stile di vita comunitario. Il missionario, infatti, non va a mettere in mostra le sue qualità o doti persuasive, ma condivide la gioia di annunciare il Cristianesimo.
L’esempio di vita cristiana e l’annuncio del Vangelo vanno insieme. L’uno serve all’altro come i polmoni del nostro corpo. Non siamo certo chiamati ad andare tutti in terre lontane, ciascuno di noi deve essere missionario dove vive, opera, lavora… A partire dalla propria famiglia. Abbiamo a cuore un mondo migliore per cui dobbiamo ben trafficare i talenti ricevuti per il bene dell’umanità.
Oggi, come ad Emmaus, Gesù è vicino ad ogni discepolo missionario e cammina al suo fianco. Non lasciamoci rubare la speranza vera che è spinta e dinamismo verso gli altri. Per portare frutto dobbiamo rimanere uniti a Gesù. Ciò si realizza quando il nostro cuore brama farlo conoscere ai fratelli lontani che brancolano nel buio. Affinchè, anche loro, un giorno, possano ripetere “Resta con noi, Signore!”.

(i. f.)