
Successo per lo spettacolo che si è tenuto alla Rosa e che ha visto protagoniste le ragazze dell’IPM
Teatro che educa mentre diverte: proprio questo è stato l’intento riuscito dello spettacolo messo in scena dal 27 al 30 settembre alla Rosa. Paolo Billi drammaturgo e regista, da anni prepara alla recitazione e crea testi con le ragazze dell’Istituto Penale per minorenni di Pontremoli. “Il dente del Pre-giudizio” è il soggetto recitato nelle quattro interpretazioni serali e due “matinée” per le scuole. Con spontaneità di espressione, abile e sincronico dinamismo del corpo e vibrata intonazione sonora hanno recitato Denise, Nicole, Flora, Eleonora, Mara, Moinika, Sirine insieme a Edoardo Chiartelli, Lorenzo Borelli e Eleonora Casetta nel serio e faceto ruolo di conduttori e commentatori di scenette. Fanno completo il “cast” l’aiuto-regista Elvio Pereira De Assunçao e Francesca Dirani. L’allestimento scenico è di Irene Ferrari e Giulio Magnetto; il progetto luci di Antonio Bianco ha sorpreso per il gioco dei colori e l’originalità ottenuta con pochi mezzi. Alto gradimento negli spettatori, tanti hanno ringraziato con lunghi calorosi applausi, con merito anche dei tecnici Viviana Venga e Lucie Vendlova, della fotografia di Veronica Billi. Uno speciale complimento a Enrica Talamini per l’organizzazione sul territorio, a Amaranta Capelli coordinatrice e ad Anna Maria Manera dell’ufficio stampa.
Pregiudizio è un giudizio senza verifica critica, il dente del pregiudizio non è curabile perché è invisibile, però fa molto danno, compromette, rovina, cataloga, si alimenta di stereotipi, di luoghi comuni. Lo pronunciamo ogni volta che giudichiamo i fatti senza conoscerli, ripetiamo frasi fatte senza ascoltare la diversità e la complessità del giudicare, impediamo la verità diffondendo opinioni errate perché non poggiano su esatte cognizioni né sulla riflessione… Lo spettacolo è stato impostato sulle parole, facendo tanti esempi di pregiudizi molto diffusi. Sono state pronunciate parole chiare di denuncia dei pregiudizi sulla donna: li abbiamo sentiti e letti sui giornali quasi a discolpare orribili crimini di morte, violenza e stupro del maschio: la donna “vestita così, con certi atteggiamenti, se la va a cercare, provoca l’uomo che, si sa, è cacciatore”. Altra mostruosità pregiudiziale è dire “l’ha uccisa perché l’amava troppo”. Se uno studia con successo è perchè è un “secchione” e ancora “vicentini mangia gatti”, i “terroni sono tutti mafiosi” . In un vivace elenco le giovani brave recitanti hanno messo a confronto comportamenti maschili e per ciò stesso giudicati positivi con analoghi di donna che viene sempre considerata una “mignotta”. Un abbecedario sulla donna è stato un estroso rimbrotto mosso da antichi e persistenti pregiudizi, diffusi spesso in forma di proverbio, similitudini e anche superstizioni. Per distruggerli è valido un uso intelligente del paradosso con opinione contraria al comune sentire. Sulla condizione di detenute le ragazze hanno smontato il pensiero comune che siano tutti delinquenti quelli che stanno in carcere o che questo sia la migliore risposta alla delinquenza compiuta anche da minorenni: non è così, bisogna fare paziente e convinto lavoro di rieducazione come recita l’art. 27 della Costituzione. Auguri e figli maschi! Quale miglior pregiudizio? (m.l.s.)