Preoccupa il  passaggio dei  camion del marmo nei paesi della valle del Lucido

Nella Valle del Lucido si annuncia il transito di decine di mezzi al giorno nelle strette vie di Monzone, Isolano, Tenerano e Gragnola

Panorama di Monzone Alto

A Monzone, Isolano, Tenerano e Gragnola, in particolare, ma anche a Castelpoggio e Gragnana, nel versante carrarino, cominciano a diffondersi voci di preoccupazione per il previsto passaggio, sulle provinciali 73 e 10, di numerosi camion carichi di blocchi o detriti di marmo provenienti dalle cave del Sagro, nel bacino del monte Borla.
L’ha espressa pubblicamente anche Giancarlo Tellini, presidente della commissione Tam (Tutela ambiente montano) del Cai della Toscana, alla luce dell’autorizzazione concessa dalla Regione alla Walton per la ripresa dell’escavazione alle cave Castelbaito-Fratteta.
Viene segnalato il pericolo che può costituire il transito di questi mezzi pesanti in strade strette e piene di curve e “instabili” e attraverso paesi dove a stento possono incrociarsi due auto.
Il pensiero va alla strettoia di Gragnola, a via Riolo e a via Cesare Battisti di Monzone, dove, in quest’ultima, già passano ogni giorno non pochi autocarri provenienti dalle cave di Equi. Con questa autorizzazione giunge a conclusione una procedura iniziata nel 2022 e proseguita con numerose riunioni, modifiche del progetto e prescrizioni.
Una autorizzazione che avrà durata decennale con possibilità di proroga e prevede, oltre all’escavazione, l’asporto di detriti, anche di quelli accumulati negli anni, per un volume estratto di 562.150 metri cubi.

Vista dall'alto della frazione di Gragnola
Vista dall’alto della frazione di Gragnola

È previsto anche il ripristino ambientale nell’area contigua del Parco delle Apuane e sotto i 1.200 metri di altitudine.
Desta apprensione, ovviamente, l’aspetto ambientale, “essendo la cava – come sottolinea Tellini – contigua a una Zona Speciale di Conservazione prospiciente il monte Sagro e prossima ad una valle di origine glaciale. L’escursionismo stesso verrà danneggiato, perché sarà spostato un sentiero Cai”.
Certo che i numeri sono importanti: si parla di 60 camion per ogni giorno lavorativo, di cui 7 con trasporto di blocchi diretti a Carrara, 53 con detriti verso Monzone.
È chiaro che si è di fronte ad una questione di non facile soluzione. Si tratta di coniugare il diritto al lavoro col quello alla sicurezza e alla salute (spesso i camion, se non ben coperti, rilasciano polveri come hanno denunciato gli abitanti di Miseglia Bassa, ma, talvolta, anche quelli della Valle del Lucido), il rispetto dell’ambiente con le crescenti richieste di marmo (dalla Pieve di San Lorenzo ogni giorno parte un treno con 24 containers destinazione gli stabilimenti Keracoll), i disagi e i danni che sicuramente ci saranno con i benefici (quali?).
Le Istituzioni locali dovranno farsi sentire, oltre che cercare un confronto con gli abitanti dei paesi coinvolti nel problema, non ultimo quello di individuare nuovi parcheggi.

(Andreino Fabiani)