Guerra e pace: in Ucraina invasa dalla Russia dobbiamo inviare armi?

Il teologo laico e filosofo Vito Mancuso da pochi mesi ha aggiunto ai suoi tanti e ben meditati saggi il nuovo volume “Etica per giorni difficili”. (Garzanti, 2022). Cerca di ritrovare il valore autentico dell’azione morale nel concreto della vita quotidiana. Preferire il bene è l’unica via per sconfiggere lo smarrimento in cui siamo precipitati: la coscienza morale inseparabile dalla libertà e dalla relazione solidale salva dai dubbi, tormenti e conflitti portati dal consumismo sempre più sfrenato che spinge a fare del denaro l’idolo esclusivo e a depredare la natura.
La paura di una guerra tornata vicina è uno dei tanti argomenti trattati da Mancuso. L’Occidente quasi tutto dal 24 febbraio 2022 manda armi e soldi all’Ucraina per sostenere la sua lotta di resistenza contro l’invasore. La domanda ricorrente nei giorni nostri è se siamo favorevoli o no a mandare armi.
Risposta complessa: se si è a favore i pacifisti integrali lanciano l’accusa di essere guerrafondai. Mancuso si conferma amante della pace, ma non può lasciare inascoltata l’invocazione d’aiuto degli ucraini. “Guerra e pace” è il titolo del grande romanzo di Tolstoi, è quella congiunzione copulativa “e” ad affermare che pace non è mera assenza di guerra, “è piuttosto un atteggiamento interiore, è azione del cuore”, è coraggio; per essere veramente servizio della vita e non imposizione o ideologia “può essere anche presenza di guerra”, nel senso che può essere legittima difesa, perché rimuove una violazione.
Non è assolutamente giustificabile una guerra scatenata per volontà di potenza come piaceva al nemico mortale della pace Nietzsche, che col suo “oltreuomo” si pone al di là del bene e del male, uccide Dio e porta l’umanità a vagare in un infinito nulla.
Come sperimentava di persona Gino Strada la guerra giusta non c’è se nove vittime su dieci sono civili, non è giusta la guerra di Putin né delle tante altre di aggressione, ma è giusta la guerra degli ucraini come ogni altra guerra di difesa, come lo furono la guerra contro il nazifascismo, la Resistenza, la Costituzione repubblicana (art. 11), le guerre di indipendenza che hanno dato libertà a tanti popoli. La pace e la guerra non sono sullo stesso piano: no davvero; ”la pace è infinitamente superiore, ma proprio per questo essa contiene la possibilità (estrema ma reale) della guerra”.
Gli ucraini combattono per la loro libertà, occorre aiutarli a livello militare, umanitario e di accoglienza. Bisogna anche fare il lavoro diplomatico, incoraggiare tutte le trattative. In sintesi Vito Mancuso dice che la guerra sul piano filosofico si può considerare in tre modi: una struttura permanente nella storia dell’uomo (Eraclito, Empedocle, Machiavelli, Hobbes); come male assoluto a cui opporsi sempre e quindi disarmo totale e smantellamento degli eserciti (Don Milani, Luther King, padre Zanotelli); come male dettato da avidità e sete di potere da cui ci si deve difendere.
Sta alla nostra coscienza nella sua interiorità riflettere, prendere posizione in autonomia e libertà, tenere conto delle situazioni, ma vigilare perché nel nostro sentire e agire non entri il veleno dell’odio.

Maria Luisa Simoncelli