Fivizzano: una targa dedicata a Agostino Fantoni

è stata collocata sulla parete d’angolo della biblioteca per iniziativa del sodalizio “Compu”, collezionisti di macchine da scrivere per ufficio

Il momento dello scoprimento della targa dedicata ad Agostino Fantoni
Il momento dello scoprimento della targa dedicata ad Agostino Fantoni

è stato il conte Agostino Fantoni, nipote del poeta Giovanni Fantoni, Labindo, ad inventare la “preziosa stamperia”, la prima macchina per scrivere in italia? Gli studi accurati del ricercatore storico Rino Barbieri, ma non solo, non lascerebbero dubbi. Fu creata, ma l’originaria è andata perduta, nel 1802 da Agostino per facilitare la scrittura alla sorella Maria Anna Carolina, che stava diventando irrimediabilmente cieca. Su iniziativa del sodalizio “Compu Ass. italiana dei collezionisti di macchine da scrivere per ufficio” e dell’Associazione Bianchi e Bosi di Fivizzano è stata affissa una targa sulla parete d’angolo della biblioteca comunale, affinché rimanga perenne memoria “di un nobile atto d’amore, come accade per le grandi cose”.

“Con questa ingegnosissima invenzione Agostino Fantoni si è reso caro e memorabile all’umanità”, si legge in una lettera di Baldassare Vetri del 29 maggio del 1802 in Pisa. La cerimonia si è tenuta il 28 maggio, alla presenza del sindaco Giannetti, del vicesindaco Poleschi e di tutta la Giunta. Al termine Domenico Scarzello e Cristiano Riciputi del sodalizio Compu e autori del libro “Macchine per scrivere”, nonché cofinanziatori della lapide, hanno tenuto una conferenza molto partecipata nel Museo degli Agostiniani. Nel loro libro si legge che in Italia “il primato dell’invenzione spetta a Fivizzano”, in seguito “perfezionata dall’amico Pellegrino Turri di Castelnuovo Garfagnana, come confermato anche dal prof. Loris Iacopo Bononi” (Rino Barbieri).

Presso l’archivio storico di Reggio Emilia sono conservate lettere scritte dalla contessa Carolina “in carattere maiuscolo, con un inchiostro tipo carta carbone, che decreta il primato nell’uso della carta copiativa”. Bene hanno fatto Rino Barbieri e le Associazioni citate a riportare all’attenzione generale questa storia, perché detenere dei primati positivi fa sempre piacere, ma può anche essere di stimolo, specialmente per i giovani, ad affrontare il futuro con impegno e intelligenza ed anche con orgoglio, come sollecitavano a fare i professori Loris ed Eugenio Bononi, nelle visite, con le scolaresche, al Museo della stampa, oggi ancora chiuso, purtroppo, o a Castiglione del Terziere.

Andreino Fabiani