
Nato a Viareggio nel 1982 dopo “La quarta generazione di Giuda” (2020), Dario Ferrari fa il botto con “La ricreazione è finita” (Sellerio pagg. 480 euro 16): il protatonista, Marcello Gori è un fuori corso che all’Università di Pisa alla facoltà di lettere si trascina alla ricerca di un possibile dottorato che lo allontani dalla situazione pratica ed esistenziale che si trova ad attraversare.
Fidanzato incerto di una bella ragazza, anche ricca, si muove tra improbabili amicizie nullafacenti, il desiderio di non assecondare il padre per il bar di famiglia, l’assistenza economica con la paghetta della madre per un futuro del tutto impensabile. Decide di affrontare il concorso per il dottorato e, contro ogni possibile speranza, in virtù del fallimento casuale per il predestinato, lo ottiene.
Il prof. Sacrosanti, maestro temuto e barone consolidato, gli assegna come esame definitivo la stesura di un lavoro su Tito Sella, viareggino e rivoluzionario degli anni di piombo, morto in carcere dopo aver prodotto opere come “Agiografie degli infami” e altri scritti tra cui un “La fantasima” autobiografia introvabile sulle cui tracce lo studente verrà spedito a Parigi per possibili risultati in quella direzione.
Il Sella si era reso responsabile di numerosi e clamorosi atti di terrorismo con una banda locale denominata Brigata Ravachol in onore di un anarchico francese responsabile di attentati ed omicidi.
La prima parte del romanzo si sofferma sulla situazione personale di Marcello all’interno della sua Viareggio con gustosi avvenimenti, aneddoti e cenni di costume che ricordano il purtroppo dimenticato Steinbeck di “Pian della tortilla” mescolandosi con una analisi esilarante quanto affilata delle dinamiche all’interno del mondo dell’università che da sole varrebbero il prezzo del libro.
Ma la seconda parte, ovviamente decisiva per il fine ultimo della storia, si farà apprezzare per l’accuratezza con la quale il viaggio a Parigi servirà non solo a sciogliere gli enigmi (con colpi di scena di stringente efficacia) ma a consolidare in un rapido riassunto il contenuto emotivo esplicitato con suadente efficacia con riflessioni altre che riusciranno in un equilibrio eccellente e non solo di alta qualità narrativa in cui la fusione perfetta del noir con l’analisi sociale, il riflesso politico e storico con l’analisi di costume, la storia di formazione e la prospettiva di pensiero inducono ad un giudizio che non può essere che entusiastico.
Ariodante Roberto Petacco