
Si è conclusa a Fivizzano l’annuale edizione della Settimana della Memoria
Iniziò il 4 maggio 1944 e proseguì il 5 il rastrellamento della popolazione di Mommio, frazione di Fivizzano, che portò alla fucilazione di 22 persone, alcune nella piazza, altre mentre erano al lavoro nei campi. Tre erano partigiani, presenti nella zona anche perché vicina al campo-lancio, dagli aerei, di alimenti ed armi di Piano di Massiciana. Fu il primo eccidio compiuto nel Comune di Fivizzano, a cui seguirono quelli di San Terenzo Monti, Vinca, Tenerano, come ha ricordato l’avvocatessa di Mommio Alessandra Pellini nell’orazione tenuta, dopo la Messa al campo celebrata da don Claudio nel pomeriggio di domenica 7 maggio, a conclusione della “ Settimana della Memoria”.
“Istituzionalizzata” dal sindaco Paolo Grassi, si è svolta ogni anno, dal 2010, nei primi giorni di maggio, tranne che nel periodo del Covid. È rivolta principalmente agli studenti delle scuole del territorio, ma, quest’anno, il 28 aprile, a San Terenzo Monti ha visto anche la partecipazione di studenti tedeschi della Scuola Germanica di Genova, guidati dalla loro Preside e dalla loro insegnante di Storia e accompagnati da Roberto Oligeri, dal sindaco Gianluigi Giannetti e dall’assessora Francesca Nobili in Valla, luogo dell’eccidio, e al Museo della Memoria. A San Terenzo sono stati anche gli alunni delle Medie di Monzone e Casola e gli studenti del corso “Operatori turistici del Belmesseri”, mentre quelli delle Medie di Fivizzano si sono recati a Vinca.
Vicino ai monumenti e alle lapidi del ricordo hanno rivissuto con attenzione e commozione il racconto delle atrocità commesse in quei luoghi, molte delle quali contro giovani della loro età, vittime innocenti della furia nazifascista. Momenti significativi della “Settimana della Memora” sono state le presentazioni di due libri.
La prima nel Museo di San Giovanni, alla presenza degli studenti delle Superiori di Fivizzano, dedicata a “In nome mio, mai più” di Evandro Dell’Amico, un racconto costruito sulle lettere che, fra il 1943 e il 1945, il padre Bruno, prigioniero in un campo inglese in Australia, e lo zio Evandro, di cui l’autore porta il nome, internato in un lager nazista in Sassonia, dove morì di stenti, si scambiarono tra loro e con i famigliari. Frutto di una faticosa e lunga ricerca, è considerato patrimonio ideale della Regione Toscana.
La presentazione, intercalata da toccanti letture del testo da parte di Francesco Leonardi, si è prestata a numerose riflessioni sull’assurdità della guerra, purtroppo di nuovo presente nel cuore dell’Europa. Nel Museo della Memoria di San Terenzo, invece, è stato presentato, alla presenza degli studenti del RIM di Fivizzano, il racconto “Gli occhi nelle lacrime” di Susanna Baldi, con letture di Elisabetta Dini.
Attraverso il racconto di Leonarda Papa, sopravvissuta all’orrore dell’eccidio di Vinca, vengono ricostruiti i giorni dell’orrendo massacro dell’agosto 1944, consumato in una comunità “che non aveva dichiarato guerra a nessuno e che non doveva essere oggetto di sterminio da parte di nessuno”, come ha scritto padre Andrea Boni nel suo libro “Cenni storici sul Comune medievale di Vinca”.
È bene che l’Amministrazione Comunale perseveri in questa iniziativa e si adoperi, con le istituzioni scolastiche, a non far sentire i giovani lontani da questi fatti, avvertiti, senza avere chiara coscienza di quanto avvenuto, come “storia passata”, perché, come ha detto Primo Levi, “possono ripetersi”.
Lo vediamo da quello che succede in Ucraina o in Sudan e in molti altri luoghi di guerra, forse non lontani dai 51 denunciati da Jovanotti, Ligabue, Pelù, in occasione dell’uscita, nel 1999, del loro singolo contro la guerra, benefico per Emergency, impegnata nelle guerre in Jugoslavia, Afghanistan, Cambogia, dal titolo che ha assonanza con quello citato di Evandro Dell’Amico, autodichiaratosi “uomo di pace”, “Il mio nome è mai più”.
Andreino Fabiani