
Progetto del Parco dell’Appennino per la salvaguardia di questa specie a rischio

Il Bioparco di Frignoli ha come finalità quella della protezione di animali e vegetali a rischio. Situato a 900 metri di altitudine, alla sinistra del torrente Rosaro, sulla statale del Cerreto, nei pressi di Sassalbo, è la porta del Parco dell’Appennino Tosco -emiliano e ha come simbolo la primula appennina, la sola a fiore rosa dell’Appennino settentrionale.

Bioparco che è coinvolto anche nel progetto Life Claw per la salvaguardia del gambero di fiume, che è a rischio di scomparsa. Del progetto fanno parte anche i Comuni emiliani di Monchio delle Corti e Corniglio e quello ligure di Fontanigorda. Se ne occupano la ricercatrice Francesca Moretti e le laureate in Ecologia Arianna Garofolin e Maria Chiara Contini, che hanno messo in evidenza il “ruolo fondamentale che il gambero di fiume ha all’interno degli ecosistemi acquatici in cui vivono, perché regolano in termini di abbondanza molte specie, essendo onnivori ed anche fonte di cibo per i pesci”.
Il gambero di fiume italiano è una specie autoctona, la cui sopravvivenza è a rischio a causa di diverse minacce principalmente legate alla crescente antropizzazione degli ecosistemi acquatici e all’introduzione di specie alloctone (non native) invasive. I gamberi alloctoni invasivi costituiscono una forte minaccia in quanto portatori della peste di gambero, una malattia responsabile della rapida estinzione delle popolazioni autoctone.
“A causa di questi fattori – spiegano le ricercatrici Garofolin e Contini -, negli ultimi 50 anni le popolazioni di gambero di fiume autoctono hanno subito un forte declino in tutta Europa e ora in Italia, la loro presenza è principalmente limitata a piccoli corsi d’acqua in cui i gamberi alloctoni invasivi non si sono ancora espansi e l’antropizzazione dell’habitat è limitata o assente. I gamberi di fiume sono bioindicatori degli habitat per la loro fragilità e sensibilità ai cambienti ambientali. Sono riconosciuti come specie bandiera, per simboleggiare un problema ambientale ad esempio un ecosistema con necessità di essere preservato”.
Il centro di riproduzione di Frignoli è stato realizzato dall’Unione dei Comuni della Lunigiana ed è gestito dal personale di progetto del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano. A.F.