So che deve venire il Messia

Domenica 12 marzo – III di Quaresima
(Es 17,3-7; Rm 5,1-2.5-8; Gv 4,5-42)

L’incontro di Gesù con la Samaritana è il primo di tre brani di vangelo scelti per la preparazione al battesimo o al rinnovo delle promesse battesimali che faremo nella notte di Pasqua. Sono propri di quest’anno, ma si possono leggere tutti gli anni, specialmente quando sono previsti battesimi di adulti nella veglia pasquale. L’acqua del pozzo di Giacobbe è un segno, anche se solo opaco, dell’acqua battesimale che “zampilla per la vita eterna”.
1. Giunge una donna samaritana. Una Samaritana viene al pozzo nell’ora in cui il sole è più caldo, senza dubbio per non incontrare nessuno, data la sua reputazione. C’è qualcuno seduto sull’orlo del pozzo, ma è un giudeo, e i giudei non intrattengono rapporti con i samaritani perché costoro si sono contaminati con matrimoni promiscui, come questa donna dai cinque mariti. Gesù però non ha preconcetti verso nessuno, parla con uomini e donne del popolo, e trova più accoglienza in essi che nei sapienti. Pertanto prende l’iniziativa chiedendo un sorso d’acqua: è solo un modo di iniziare un discorso e offrire alla donna la possibilità di fare del bene. L’atto di Gesù è un sottile ricatto psicologico, perché il dono intenerisce chi lo compie e lo rende disponibile ad accogliere qualcosa da parte di chi è beneficato. Gesù che domanda da bere predispone la Samaritana al dialogo; in realtà non aveva sete di acqua, bensì della fede della Samaritana, come si dice nella liturgia odierna: “Egli chiese alla Samaritana l’acqua da bere, per farle il grande dono della fede, e di questa fede ebbe sete così ardente da accendere in lei la fiamma del tuo amore”.
2. Se tu conoscessi il dono di Dio. A questa donna che cercava avidamente l’amore e non lo trovava, Gesù offre l’amore che disseta invece di assetare. Con un linguaggio stringente prima le parla del dono dell’acqua, poi del dono di Dio, quindi del tempio e infine del Messia. La parte finale del racconto è indirizzata ai discepoli e riguarda la gioia messianica del raccolto: i discepoli avranno la gioia della mietitura, però devono tener presente che altri prima di loro hanno faticato. Anche loro dovranno faticare per avvicinare ogni genere di persone, perché nessuno vive di rendita.
3. So che venire il Messia. Per quanto riguarda la Samaritana, con un gioco di domande e di risposte poco a poco Gesù si apre una via al cuore di lei e vi scopre una santa curiosità: chi è quest’uomo che è più grande di Giacobbe? Il Messia? La Samaritana cerca di deviare il discorso parlando della venuta del Messia, ma la risposta di Gesù la colpisce in pieno: “Sono io, che ti parlo”. La donna lascia la sua anfora e corre in città a chiamare altre persone, perché potrebbe avere incontrato il Messia. La capacità dialettica di Gesù con le buone maniere e senza giudizi preventivi l’ha trasformata in una messaggera dell’annunzio messianico.

† Alberto