
Marina di Carrara. La XIII edizione dell’incontro organizzato dall’Azione Cattolica diocesana. “La crisi dei giovani adulti: mito o realtà”?
Si è tenuto, presso l’Autorità Portuale di Marina di Carrara, nel pomeriggio di domenica 26 febbraio, il XIII Convegno Taliercio, organizzato dall’Azione Cattolica diocesana con l’Ufficio della Pastorale sociale e del lavoro e dal Gruppo Adulti “V. Bachelet”. Quest’anno ha avuto come tema “Una generazione a confronto con sé stessa. La crisi dei giovani adulti: mito o realtà?”.
I convenuti, aiutati da Elisabetta Sordi, vice presidente della provincia, e da Matteo Mastrini, sindaco del Comune di Tresana, hanno riflettuto sulle difficoltà che oggi gravano sui giovani adulti e sul loro essere impegnati nel mondo della politica. Come ormai da tradizione, il Convegno è stato preceduto da un sondaggio studiato e proposto dal Gruppo Adulti “Bachelet”.
Le numerose risposte, raccolte e sistematizzate, hanno fatto da spunto per le domande e ci hanno proposto un dato concreto dal quale poter partire. Il tema del form riprendeva il titolo del convegno e voleva avviare una riflessione sulla responsabilità degli adulti fra i 30 e i 50 anni nella società e nella Chiesa di oggi. Di fatto si sente dire da più parti che questa fascia di età è spesso “assente” da un impegno responsabile nel mondo ed è evidente anche l’assenza di queste persone adulte nei cammini di fede o anche solo alle celebrazioni come la S. Messa.
Ed è proprio per confrontare questa lettura della società con una realtà più vicina a noi si è pensato di diffondere, tra alcuni conoscenti, questo questionario che potesse aiutare a capire il mondo degli adulti che ci sta attorno e che coinvolgere chi è interessato in una riflessione più ampia, anche in vista di una relazione quanto mai necessaria fra generazioni (e quindi anche con età sotto i 30 anni), affinché insieme si possano individuare tracce, percorsi, progetti in cui adulti e giovani assumano insieme, ciascuno per il proprio ruolo, le responsabilità per migliorare il futuro del mondo e della Chiesa.
Carlo Delmonte, che insieme a Sergio Tovani ha sistematizzato le risposte del questionario, ha condotto la serata riuscendo a coinvolgere Elisabetta e Matteo in un percorso personale e profondo dove il loro impegno diretto nella politica fosse visto come una dimensione integrata con tutte le altre che fanno parte del loro vissuto di giovani adulti impegnati.
Lasciati i panni dei politici, concepiti da molti come persone che hanno un quid in più rispetto agli altri, si sono calati in un percorso che li vedeva di fronte al loro essere adulti, al loro essere genitori e al loro “Sì”, adulto e maturo, alla chiamata a servire la comunità attraverso la Politica. Nonostante la poca presenza di pubblico, possiamo ritenerci molto felici di questo convegno, che è riuscito a sintetizzare, con semplicità e chiarezza, alcuni punti che, in questi anni, abbiamo sempre cercato di individuare ma che, per una ragione o per l’altra, non si era ancora riusciti a focalizzare.
Per uno scambio intergenerazionale ci vogliono, prima di tutto, uomini e donne che hanno deciso di dire il loro sì pieno a Gesù! Per far incontrare le generazioni che, ad oggi, sembrano distanti anni luce, servono dei luoghi del confronto e del discernimento dove crescere e poter germogliare. C’è bisogno di un dialogo costruttivo che non abbia paura del conflitto, ma che sappia abitare il confronto. Solo in questo modo i chicchi lasciati dalle generazioni adulte possono essere macinati dai giovani, così capaci di trasformarli in nutrimento per la loro crescita nel mondo.
È stato un Convegno Taliercio particolare perché, nonostante la poca adesione, ha toccato temi vivi e focali per la nostra dimensione ecclesiale e che, in un certo modo, ha riassunto tutte le intuizioni presenti nei precedenti convegni. Forse il Signore ci chiede di costruire lo step successivo passando da fare i convegni a costruire luoghi dove attivare processi di dialogo, confronto e crescita tra generazioni diverse. Se ci pensiamo bene questi luoghi già ci sono e hanno anche la potenzialità per accogliere molte persone… Forse è venuto il momento di fare meno convegni e far rivivere questi luoghi!
Per fare questo ci vuole fede coraggio e profezia… il Sinodo ci può essere d’aiuto come sfondo e stimolo per il cammino ma c’è bisogno di braccia, gambe e, soprattutto, cuori che hanno voglia di battere all’unisono per tornare a stringere relazioni generative tra le varie generazioni che abitano il nostro mondo. Siamo certi che sia un percorso non semplice ma non possiamo rinunciare al piacere di confrontarci con la complessità per paura.
Alessandro Conti
Direttore dell’Ufficio diocesano della Pastorale Sociale e del Lavoro