Renato Del Ponte ricercatore appassionato

Scomparso a 78 anni. Insegnante al Liceo Scientifico di Villafranca, cultore di storia, numerosi i suoi studi e molte le pubblicazioni

Particolare dell’antica pietra con inciso il labirinto conservata nella chiesa di San Pietro in Pontremoli, già della diocesi di Brugnato

Si è spento il prof. Renato Del Ponte, approdato in Lunigiana ha portato cultura di qualità nelle scuole, al Liceo Scientifico di Villafranca docente di Lingua e Letteratura italiana e latina. Nato a Santangelo Lodigiano 78 anni fa, si è formato negli studi a Genova e si è presto distinto nell’interesse per gli studi storici e linguistici. A Pontremoli, dove ha abitato per decenni essendo la moglie Rosanna Peruzzo insegnante di materie letterarie alla Scuola Media e all’Istituto Magistrale, ha tenuto conferenze e ha scritto anche per il Corriere Apuano. Ha dato contributi di ulteriore conoscenza e interpretazione del Labirinto portato all’interno della chiesa di San Pietro.
Questa la scheda di classificazione: “Rara testimonianza dell’antico simbolo medievale del labirinto delle cattedrali, rappresenta il centro mistico del tortuoso cammino che il cavaliere cristiano può percorrere e raggiungere solo sconfiggendo la morte dell’anima al bivio della vita. In questo tempio, confluenza di fiumi e di anime, convenivano i pellegrini della via Francigena diretti al Santo Sepolcro”.
Il prezioso oggetto è una lastra rettangolare di arenaria del sec. XII di cm. 83×60. Stava sulla facciata della chiesa di San Pietro “de conflentu” a impianto romanico, dipendente dal monastero benedettino di Brugnato che il re longobardo Liutprando aveva fondato nel sec. VIII. La chiesa pontremolese fu travolta da alluvione del 1568, ricostruita nel 1750 in forma barocca, bombardata nel 1944, ricostruita nel 1961 “alla moderna”.
Insieme al parroco don Roberto Cavellini Del Ponte si premurò di riportare in chiesa l’architrave in arenaria della vecchia chiesa ancora depositato nel castello del Piagnaro. Era sulla porta della canonica, è del sec. XII e rappresenta al centro San Pietro che benedice con la destra e tiene le chiavi con la sinistra. Da un lato c’è il più antico stemma rimasto di Pontremoli (torre e archi del ponte San Francesco di Sotto) e dall’altro una targa non più leggibile. L’architrave fu col labirinto subito ricoverato in castello dopo le bombe, salvato da Giuseppe Nicolosi.
In piazzetta San Geminiano Del Ponte sollecitò l’affissione di una targa che suscita alcune riserve sulla sua attendibilità: si legge che Federico II di Svevia nel 1249 lì fece abbacinare rendendolo cieco Pier delle Vigne, l’onesto suo fedele funzionario accusato di tradimento dai cortigiani invidiosi, si diede la morte a Pisa o per altri a San Miniato: il suo dramma nel canto XIII dell’Inferno. Antichità romane e liguri sono argomento di libri importanti. “La religione dei Romani”: analizza “la perfetta rispondenza fra le istituzioni giuridiche, sociali, militari, politiche e la religione di Roma antica”.
Il saggio “I Liguri” è il primo vero studio complessivo su un popolo dalle origini preistoriche alla conquista romana. Usando miti, tradizioni, ricerche archeologiche, analisi antropologiche Del Ponte porta luce sulla complessa tematica dell’etnia ligure, celtoligure. C’è una pluralità di “facies” di comunità autoctone, in particolare i Liguri Ingauni, Tigulli e Apuani, ma che abitarono altri territori dell’Europa atlantica sudoccidentale. Pastori più che agricoltori, guerrieri, vivevano in castellari sui colli, fecero guerriglie contro i Romani tra III e II sec. C.; per sottomettere gli Apuani fu fatta deportazione nel 180 nel Sannio presso Benevento e fu fondata nel 177 a presidio la colonia portuale di Luni. La passione per gli antichi nel 2007 gli fece affrontare la fatica di un Kalendarium in tiratura di 300 copie, denso di notizie storiche del 2760, che sarebbe la datazione dei Romani che partiva dal 21 aprile 753 a.C. , ritenuto l’anno della fondazione di Roma (2760-753=2007). Con sentimenti di stima e gratitudine il ricordo dei lunigianesi e solidarietà alla moglie e alle figlie Erica e Silvia.

Maria Luisa Simoncelli