Piero Angela e le “dieci cose che ho imparato”

Il libro di Piero Angela (Torino, 22- 12-1928. Roma, 13-8-2022) “Dieci cose che ho imparato” (Mondadori 2022, pagg. 156, euro 19) è quasi un lascito morale, dopo una lunghissima carriera costellata di soddisfazioni e successi, grazie alla spiccata intelligenza, all’acuta curiosità, alla costante ricerca, alla coriacea passione… nella cornice della squisita, rara gentilezza nell’entrare, quasi in punta di piedi, nelle nostre case. Attirando sempre attenzione ed interesse nel servire l’informazione, nei suoi mille rivoli, senza scordare l’apporto culturale –- scientifico di cui hanno beneficiato generazioni di Italiani.
Tutti, indipendentemente dall’età, abbiamo conosciuto, stimato ed apprezzato Piero Angela : giornalista, musicista, autore e conduttore di programmi televisivi dedicati, in primis, alla scienza, alla fisica, alla storia, all’economia, al costante sviluppo tecnologico… Come non menzionare “Quark e Superquark?” Quasi un rito seguire le sue trasmissioni, sempre di alto livello, capaci di suscitare interrogativi profondi, inerenti a tematiche importanti legate alla nostra vita. Molti dei suoi libri sono stati tradotti in varie lingue riscuotendo plausi. Nella lettura scorrevole balza agli occhi la domanda di fondo che si pone lo stesso autore “Com’è possibile che un Paese come l’Italia che ha marcato incisivamente per secoli il cammino della civiltà, oggi, sia così in difficoltà ed abbia perso le sue luci?” La risposta esaustiva non è da nessuna parte ma, nei dieci capitoli del suddetto testo si riscontrano “dieci aree critiche” su cui occorre soffermarsi per, poi, agire. Nella fotografia del nostro tempo, in cui tutto è messo in discussione, in cui sovente sfugge il senso degli eventi, in cui le regole forse sono fuori misura, quindi, inadeguate a quanto velocemente sta succedendo e cambiando, per cui esse stesse ne richiedono altre, siamo tutti invitati a fare la nostra parte, riscoprendo valori che non scadono, ma che abbiamo accantonato troppo frettolosamente.
Angela ci mette in guardia, con lessico forbito, dal nostro “appetito non saziato” che lascia le domande in sospeso con in agguato le ombre per il futuro. Egli cerca di sollecitare il lettore attento a conoscere di più e meglio il volto variegato della scienza usandola con razionalità ed intelligenza onde migliorare gli eventi, che sovente ci intrappolano,  saziando parzialmente la fame tipica di codesta epoca storica. Una fame convulsa, bulimica che forse ingloba il desiderio dell’amore, del dialogo, dell’accoglienza, dei corretti rapporti interpersonali… Sicuramente l’autore sollecita le giovani famiglie all’apertura alla vita, generando figli : dono immenso e caparra di domani, lungi dal drastico, preoccupante fenomeno della denatalità. Sterili sono l’odio, il bullismo, la fretta che tutto ingloba. Urge armonizzare cuore e ragione per un mondo più umano e vivibile.
Perché, come conclude Angela “Ci sono tanti futuri possibili. Dipende quale si vuole scegliere, attraverso comportamenti personali e collettivi per dirigerci insieme verso un domani migliore. Per noi e per le generazioni che verranno…”. Il nostro Paese ha bisogno di beni “immateriali”, cioè di conoscenze e di testimonianze valoriali trasversali a qualunque politica. Peccato che l’Italia, che tanto amiamo, si perda facilmente in altri labirinti non certo costruttivi. I capitoli dell’ultima fatica letteraria di Angela, prima di lasciare l’effimero soggiorno terreno,  confermano la sua elasticità culturale nell’affrontare argomenti diversi con chiarezza e sentimento vero, scevro dal languido sentimentalismo, correttezza d’analisi ed imparzialità di pensiero come ha ben rimarcato il figlio Alberto nella lucida prefazione.
Un libro diverso dagli altri, intimo diario, un dono per gli appassionati telespettatori. Un lavoro paziente che ha incluso la professionale collaborazione della figlia Christine e dello storico collaboratore Enzo Pinna.  

Ivana Fornesi